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08 ott 2021

Astensionismo ed elettore qual piuma al vento

di Luciano Caveri

Poche balle: in Politica le elezioni sono la prova del fuoco. Chi l'ha vissuto sulla propria pelle, partecipando di persona o organizzando delle campagne, sa che l'adrenalina là si sente lì, quando si aspettano i risultati. Per altro - triste verità - i partiti ormai scaldano i motori in questa occasione, cadendo poi in una sorta di letargo nei periodi morti. Anche questa fisionomia di questi partiti leggeri e smunti spiega questo dato enorme di astensionismo nell'esito della tornata elettorale di ieri. Se uno avesse guardato i "social" ed il gran ribollire di confronti prima delle urne sarebbe stato tratto in inganno. La verità è che il Web accende più passioni del voto in sé e tra il virtuale e il reale c'è la massa variegata di chi a votare non ci va più. Ormai il tasso è così elevato da essere patologia e chi credeva si trattasse di un fenomeno destinato a finire si rassegni, perché al momento neanche più la politica di prossimità accende gli animi e vincitori e vinti se ne facciano una santa ragione.

Per il resto che dire, a parte la banale constatazione che bisogna diffidare degli "exit poll" e fanno sorridere i commentatori delle prime ore. Mi limiterei a brevi flash, che dicono alcune altre cose, oltre alle urne vuote. I "grillini", che pure vincono a Napoli con il centrosinistra, confermano il loro crollo. Il centrodestra si consola con la prima fila a Roma, ma sente aria di sconfitta al ballottaggio. Milano e Bologna li conquista il centrosinistra ma con dinamiche diverse. Torino va anch'essa al centrosinistra, ma sarà interessante capire che cosa avverrà fra quindici giorni. La Lega incassa la sconfitta e mastica amaro. Fratelli d'Italia incarna ancora una speranza per chi ci crede. Forza Italia coltiva pervicacemente il berlusconismo ed è tutto dire. La Sinistra anzi le Sinistre che hanno vinto dovranno capire dove andare da grandi. Infine segnalo la Calabria, dove le dinamiche che fanno vincere il centrodestra restano insondabili per chi non le conosce. Insomma, sperando di non aver dimenticato nessuno per distrazione o rimozione, chi ci capisce è bravo. Adoro i commentatori che oggi filosofeggino sui giornali. La realtà è che la democrazia sembra non trovare mai una propria identità. Oggi pare che il populismo o sovranismo che dir si voglia sia destinato al tramonto, ma chissà se la profezia è giusta, perché ormai certe categorie vanno e vengono. L'elettore è qual piuma al vento. Premia e punisce, sceglie e si contraddice, ama e e odia senza avere sempre un filo logico. Per cui chi fa politica si interroga su quale democrazia stiamo vivendo e come diventerà. Lo scrivo senza pessimismo, anzi con una qual certa curiosità. Quel che è certo è che siamo in un perenne bradisismo con scenari che cambiano e leader che salgono e scendono come su di un ottovolante. Nulla si ferma e non vale neppure la pena di avere chissà quale nostalgia del passato. Bisogna infatti hic et nunc, perché quel che è stato serve solo a costruire la Storia, che sarà pure magistra vitæ, ma ormai deve fare i conti con così tante incertezze che chi ci capisce è bravo. Resta il fatto che in troppi ormai sono elettori uccel di bosco e questa massa di persone in libertà sono la vera incognita. Hanno rinunciato alla loro cittadinanza o stanno lì come una massa di manovra che prima o poi tornerà vitale nel circuito della democrazia?