Domani compio 62 anni e vi faccio gli auguri e mi faccio gli auguri. A me per l'anniversario ed a voi per il Natale, che purtroppo passerà in un battibaleno, mentre quest'anno dovrebbe essere «tre volte Natale», come cantava Lucio Dalla nell'"Anno che verrà". Appena ci si distrae un attimo, ecco che ci si ritrova ad un'età che un tempo era considerata vecchiaia. Oggi - lo scrivo con qualche gesto scaramantico - è l'età della saggezza, anche se capisco che si tratta di una foglia di fico per nascondere la scocciatura di invecchiare. Non esistendo al momento alternativa al passare degli anni, tocca rassegnarsi e sorridere alla vita e mai come oggi questa speranza è da scrivere a caratteri cubitali sul muro della propria vita. Ribellarsi e difficile alle insidie del tempo, anche se viene in mente "Alice nel Paese delle Meraviglie": «Noi tutti abbiam un compleanno ogni anno Ed uno solo all'anno, ahimè, ce n'è Ah, ma ci son trecensessantaquattro non compleanni E quelli preferiamo festeggiar Ma allora oggi è anche il mio non compleanno! Davvero?! Com'è piccolo il mondo! In tal caso… Un buon non compleanno A me? A te! Un buon non compleanno A me? A te! Or spegni le candele e rallegrati perché… … un buon non compleanno aaaaaaaaaaaaa te!!!».
I mesi scorsi sono stati molto intensi per me. I primi sono stati d'impegno professionale come giornalista che ha raccontato la pandemia. Forse un giorno - se resteranno - le mie trasmissioni radio settimanali potranno offrire un interessante spaccato dell'inizio della pandemia della primavera e dell'estate di questo anno sciagurato. Per me sono stati, specie dall'inizio dell'estate, mesi in cui ho pensato se fosse o no il caso di rientrare nella politica attiva. Dapprima iniziando a costruire una eventuale candidatura come sindaco a Saint-Vincent, poi con la scelta, che non avevo affatto preventivato, alle elezioni regionali. Dopo le elezioni, essendo eletto, ho avuto un ruolo interessante nel Governo regionale ed ho lasciato la "Rai" per mandato politico. Improvvisi cambiamenti, ma nel cuore di una grande crisi che sta picchiando duro dappertutto, compresa la mia Valle. Mai come ora, sotto queste Feste poco festose, ci si rende conto della necessità di "tenere botta" e chi ha gli anni che mi ritrovo ha il dovere di guardare dalla sua visuale. Dietro vede tutti quelli più giovani, dai neonati sino a poco meno dei miei anni, ognuno con la sua storia personale, che si trasfigura in una logica collettiva di condivisione degli eventi grami. Avanti, invece, vedo le sagome di chi è più vecchio di me, compresa l'immagine drammatica di chi, per mano della malattia, è caduto e non c'è più e quanto è avvenuto è stata una vera e propria strage che pesa su tutti noi. Ma quella generazione così colpita ci aveva insegnato a resistere agli eventi in modo ben più coriaceo di quanto noi siamo capaci a fare. Intanto mi godrò il compleanno, facendo finta che sia un "non compleanno".