Per nostra fortuna esiste sempre la possibilità di sorridere. Pare che l'esercizio faccia bene alla salute e che questa smorfia con cui solleviamo le labbra o mostriamo i denti sia un riflesso antichissimo delle scimmie dormienti, che noi umani abbiamo trasformato in un nostro marchio di fabbrica che non ha bisogno di spiegazioni con i nostri simili, perché dotati di medesimo linguaggio facciale. Trovo che un sorriso, una risata e persino un fou-rire aggiustino tutto e, per fortuna, scavando nella cronaca quotidiana, dominata per vecchio vizio giornalistico cui corrisponde un voyeurismo macabro di noi lettori, trovi - nelle stranezze e bizzarrie del mondo - spunti interessanti. Per dire: mi ha fatto ridere la storia che alcuni titolisti hanno messo sotto l'ovvio cappello di «Houston, abbiamo un problema».
Il fatto è semplice e banale: i due gabinetti della "Stazione spaziale internazionale - ISS" erano finiti fuori uso, e gli astronauti in servizio sulla piattaforma hanno dovuto indossare i pannoloni, usati sin dalle prime spedizioni spaziali, anche se non se ne parlava perché avrebbe eroso parte dell'eroismo di quei pionieri dello spazio. Il problema aveva riguardato sia la toilette del modulo americano, dove era andato in tilt il sistema di controllo sulle fognature e sui dispositivi sanitari, sia quella del modulo russo, dove il sistema di allarme segnalava che il serbatoio era pieno. Gli esperti hanno spiegato che c'erano i servizi igienici delle navi "Soyuz" attraccate alla "Iss", che però vengono utilizzati quasi esclusivamente quando i veicoli sono in volo. Il lieto fine è che il bagno del modulo americano è stato riparato, dopo ore di concertazione con la Terra. Incuriosito, ho trovato su "Fanpage" una descrizione del gabinetto spaziale, la cui rusticità fa impallidire i congegni digitali nel nome di una logica meccanica connessa all'uso e alla rozzezza dei nostri apparati per i bisogni: "Il water della ISS, di fabbricazione russa e dal costo di 19mila dollari, è una sorta di cilindro di latta con un piccolo buco in cima. La Whitson ha spiegato che per l'urina non ci sono particolari difficoltà; c'è infatti un apposito imbuto giallo da applicare al punto giusto, dotato di una ventola che aspira l'urina. Il tubo a cui è collegato si interfaccia direttamente col sistema di filtraggio, che in otto giorni trasforma il rifiuto biologico in acqua potabile per gli astronauti. In un ambiente come quello della "ISS", del resto, il riciclo è fondamentale". Più difficile è l'"altro" uso, in cui bisogna che il soggetto impegnato nell'esercizio colpisca un obiettivo piuttosto piccolo: "Il riferimento è al piccolo buco piano sopra la tazza di latta. Oltre alle dimensioni, che rendono scomoda l'operazione, vi è il fatto che le feci finiscono in una sorta di sacchetto, che va sigillato manualmente dopo aver indossato un guanto. Com'è noto, sulla "Stazione Spaziale Internazionale" la gravità non è quella terrestre, e a volte il sistema non funziona a dovere, così gli astronauti si ritrovano a dover inseguire e acchiappare con le mani dei bisogni galleggianti. Non esattamente una scena idilliaca. Una volta chiuse nei sacchetti, le feci vengono infilate insieme ad altra spazzatura spaziale in apposite capsule, che vengono fatte bruciare a contatto con l'atmosfera terrestre". Trovo che tutto ciò, in una logica da gabinetto intasato, umanizzi queste avventure spaziali. D'altra parte lo diceva un personaggio interpretato da Giorgio Bracardi in "Alto Gradimento", programma radio con Renzo Arbore e Gianni Boncompagni, con il suo urlo belluino, per noi ragazzi un tormentone, «L'uomo è una bestia, perché fa il bisogno, tran! tran!» gridato dal professor Onorato Spadone. Ovvio a che cosa si riferisse quel suo «tran! tran!». D'altra parte il gabinetto russo è la versione spaziale che risolve, in assenza di gravità, un antico problema dell'uomo e cioè convivere con le proprie... deiezioni. Se è vero com'è vero che in una tomba della dinastia Han (dal 206 a.C. al 24 d.C.) è stato ritrovato un bagno simile a quelli odierni con una seduta ed un sistema per far confluire in basso l'acqua di pulizia (nei nostri castelli medioevali esisteva un efficace sistema... a caduta), la svolta vera - lo ricorda in un articolo "adnKronos": "L'orologiaio scozzese Alexander Cummings nel 1775 perfeziona il modello realizzato ben due secoli prima da John Harington, figlioccio della regina d'Inghilterra Elisabetta I. Il wc di Harington ha l'onore di essere collocato nelle stanze della sovrana, ma dopo un primo momento di entusiasmo, i reali fiutano, è il caso di dire, il fallimento dell'operazione: la scarsa ventilazione rende infatti maleodorante lo strumento, che viene così abbandonato al suo destino. Destino che invece sarà radioso proprio grazie a Cummings che imprime una svolta alla storia del water. La trovata giusta è quella di aggiungere un sifone che mantiene sempre una certa quantità d'acqua nella vaschetta, facilitando le operazioni di pulizia dopo la funzione fisiologica e riducendo il disagio del cattivo odore. Da quel momento in poi, come è accaduto per tutte le altre invenzioni, compresa la ruota, il processo di innovazione tecnologica è inarrestabile. Alle migliorie apportate nel 1777 da Joseph Preiser ne seguono altre e nel 1883 in Francia fa la sua comparsa la "tazza" del water così come la conosciamo oggi, anche se nei decenni anche il design farà passi da gigante. Nel 1886 l'inglese Thomas Crapper fa compiere alla toilette un altro passo avanti: nelle case di chi se lo può permettere arriva lo sciacquone posizionato sopra il wc e dotato di un serbatoio di dieci litri che grazie ad alcune leve e ad un tirante con la classica catenella di ferro scarica e pulisce il gabinetto. A segnare il successo del wc moderno è anche la creazione di imponenti reti fognarie nelle grandi città. A Londra, nel 1858, il Parlamento delibera in soli diociotto giorni sotto la minaccia della "Grande Puzza", tre "great stink", gentile omaggio del Tamigi divenuto ormai una cloaca a cielo aperto. A fine Ottocento, negli Usa, per merito della "Scott Paper Company", arriva la più grande alleata del water, fedele nei secoli: la carta igienica a rotoli". L'articolo finisce con un'evocazione utile della notiziola data all'inizio: "La popolarità del wc sale sempre di più, fino a raggiungere l'orbita spaziale. Il gabinetto, infatti, è salito anche a bordo delle navicelle spaziali. Ma vuoi mettere farlo mentre dall'oblò si sbircia la Terra?". In effetti la vista dev'essere impagabile!