Non ero mai stato a Lourdes, uno dei centri più importanti o forse il più importante del culto mariano nel mondo (cinque milioni di pellegrini ogni anno), cresciuto a partire dalla famosa prima apparizione del 1858 alla veggente di umili origini Bernadette Soubirous, cui si dovrebbero le celebri cinque profezie, sulle quali si è sprecato molto inchiostro. Ne avevo letto fin da ragazzo - non ricordo bene dove - attraverso il racconto di un celebre chirurgo, Alexis Carrel, da laico diventato devoto, dopo aver certificato dei miracoli. Poi, visto che tutto va relativizzato, sulla testa di Carrel gravarono gravi accuse di collaborazionismo coi nazisti. Negli studi mi aveva poi incuriosito come la Madonna sia stata uno degli argomenti più divisori con il mondo protestante (la critica riguardava la superstizione, il sentimentalismo e le esagerazioni nel culto).
Certo nella storia valdostana, invece, questa devozione popolare per la Vergine Maria è stata - senza eccessi - uno dei pilastri della Chiesa locale, nel solco anche di antichi culti al femminile del passato "pagano". Altra caratteristica che mi aveva colpito, raccontato da amico accompagnatori dei famosi treni che partivano di Aosta, era il clima di partecipazione, di apertura al dolore altrui, cui si aggiungeva la speranza dei malati ed anche una capacità di divertirsi dei volontari, perché si sa che essere vicini al dolore fa riconsiderare la propria gioia di vivere. Poi mi si raccontava il misticismo che si respirava nel complesso del santuario, specie nella grotta delle apparizioni, dove si raccoglie l'acqua che ne sgorga, che alimenta anche quelle piscine dove i malati si bagnano, sperando in una guarigione. Rispetto molto la tradizione popolare e gli annessi e connessi e sono rimasto molto incuriosito dalla visita, anche se credo in una dimensione spirituale più interiore, mentre a Lourdes siamo di fronte ad una religiosità molto scenografica e corale. Carrozzine vecchie come il cucco con malati di tutte le età alcuni palesemente gravi, una folla di tante nazionalità e preghiere in tutte le lingue, la speranza di un miracolo come giustificazione di un viaggio spesso estenuante, la grotta delle visioni che le persone sfiorano con le mani e i loro fazzoletti, il complesso chiesastico spettacolare con i tanti ex voto. Una dimostrazione di fede così rassicurante da scegliere - immagino scientemente - di non effettuare alcun controllo di sicurezza in un luogo sacro che piacerebbe moltissimo ad un fanatico islamista per una delle follie con cui pensano di guadagnarsi il loro paradiso. E c'è il business, certo. La macchina di Lourdes costa e si alimenta costantemente della pietà e della carità popolare. Nessun controllo pare esercitato sui negozi all'esterno dove - in una sorta di suk - si spaccia ciarpame religioso (taniche d'acqua di diversa grandezza per portarsi via un ricordo, Madonne di tutte le fattezze al limite del buongusto, candele di misure varie e souvenir kitsch chissà inventati da chi). «Ma Gesù non aveva detto "Via i mercanti al tempio?"», osserva il seienne Alexis con un'espressione che non si sa dove abbia preso ed i genitori restano stupefatti dall'osservazione. Certo l'atmosfera è di un gigantesco e collettivo rito di un cattolicesimo che si piega ad una visione di una religione fatta di cose semplici a beneficio dei suoi fedeli, al di là invece della ben nota profondità e complicazione delle dispute teologiche. Vittorio Messori pro: «Lourdes - se i credenti hanno ragione - è uno squarcio aperto all'improvviso su un Mondo Altro; è la verità affidata non ai professori e agli esperti, ma agli analfabeti; è il Cielo stesso che ratifica i dogmi di un Papa, per giunta "oscurantista" e "reazionario" come Pio IX: è l'irrisa mariologia cattolica che ha la piena conferma; è il cieco che riacquista la vista, il canceroso che guarisce, il paralitico che cammina. Lourdes è - e non può non essere - lo scandalo, la divisione, la negazione del senso comune imposto dal nuovo conformismo. Non ha dunque cessato il suo ruolo di provocazione; né, del resto, potrà mai cessarlo». Piergiorgio Odifreddi scettico: «Ci illudiamo di ottenere un miracolo a Lourdes, benché in 150 anni la Madonna ne abbia ufficialmente concessi solo sessantacinque, a cento milioni di pellegrini. Una media, inferiore a uno su un milione, di gran lunga più bassa della percentuale delle remissioni spontanee dei tumori, che è dell'ordine di uno su diecimila. Senza contare che, come osservava Émile Zola, fra gli ex voto si vedono molte stampelle ma nessuna gamba di legno». Visioni opposte che confermano una certezza: Lourdes non lascia indifferenti.