Ah la vita! Ero un giovane giornalista televisivo quando, più di trent'anni fa, diedi nel telegiornale la notizia dell'approvazione della legge 690 del novembre del 1981 sul riparto fiscale della Valle d'Aosta. Ricordo anche i retroscena sulla firma data o non data dall'allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini, che alla fine firmò. Poi mi ritrovai successivamente a difendere il quadro di questo ordinamento finanziario quando divenni deputato nel 1987 e penso che la storia parlamentare dimostri come si sia sempre evitato il peggio sono a quando lasciai Roma nel 2001. Navigando - lo assicuro - molto spesso in acque pericolose e penso dando il meglio di me stesso, come avvenne con il fondo sostitutivo con il venir meno dell'Iva d'importazione con la caduta delle barriere doganali e con la sua "blindatura" con norma d'attuazione. Nel mio mandato di parlamentare europeo avevo ammonito come certe norme del "Patto di stabilità", varate da Bruxelles, sarebbero diventate un pericoloso "piede di porco" per destabilizzare la finanza del sistema autonomistico, compresa la nostra. Oggi l'evoluzione del "fiscal compact" è peggio ancora. Penso che da presidente della Regione, fra 2005 e 2008, di avere proseguito l'azione difensiva contro ogni minaccia e di avere ammonito che avremmo avuto cattive sorprese, anche con il federalismo fiscale. Tanto tuonò che piovve. Oggi siamo non solo a piangere sul latte versato, con regole negative nell'interpretazione del riparto (tipo i tagli continui in sua violazione e le "trattenute" in favore dell'erario dello Stato) ma personalmente non vedo la fine del gorgo che ci sta imprigionando. Mi spiego meglio: la questione finanziaria è stata, come ho detto più volte, una terribile "garrotta" in azione. Ricordo come la "garrotta" sia il terribile strumento per eseguire una condanna a morte consistente in un anello di ferro, fermato a un palo o un asse verticale, che, progressivamente ristretto mediante viti, determina la morte per strangolamento. Strumento utilizzato in Spagna per le esecuzioni capitali, dalla fine dell'undicesimo secolo alla caduta della dittatura franchista. Per capirci, accanto ad un attacco alla parte ordinamentale e cioè poteri e competenze, esiste la volontà - che ha avuto un'accelerazione con l'ultimo Governo Berlusconi, poi con Monti, ma anche con Letta e purtroppo con il recente "decreto Irpef" di Renzi - di impoverirci. Questo non vuol dire solo un attacco diretto al riparto fiscale, "rapinato" un pezzo dopo l'altro, ma il fatto che la "spending review" colpirà la Valle in altri settori. Esistono rischi per gli uffici statali, per le "Poste", per l'"Aci", per la "Rai", per l'"Anas", per le Forze dell'ordine e si potrebbero aggiungere molti altri che possono essere sottoposti in Valle a tagli piccoli o letali. Si aggiungono logiche di direttive statali che possono toccare sanità, scuola, servizi sociali, settore energetico e potrei purtroppo continuare. E non parlo delle riforme costituzionali in progress che porteranno chissà dove. Il clima preoccupa e dimostra come, a partire da un certo punto e con la stampella di certo pubblicismo, si sia percorsa una strategia studiata a tavolino di distruzione lenta ma inesorabile. Scenario difficile che stimola chi crede nell'autonomia speciale e non si rassegna e soprattutto non è disponibile a piegare la schiena.