Ricapitoliamo la vicenda: la Corte Costituzionale ha smontato, con sua sentenza delle scorse ore, la legge numero 40 del 19 Febbraio 2004 in materia di procreazione medicalmente assistita, nella parte che vietava la fecondazione eterologa. Fino ad oggi in Italia era consentita solo la fecondazione omologa, vale a dire il seme e l'ovulo utilizzati nella fecondazione assistita devono appartenere alla coppia di genitori del nascituro Ora si apre, come in tutti i Paesi occidentali, alla fecondazione eterologa, che consente che il seme oppure l'ovulo provengano da un soggetto esterno alla coppia, circostanza valida solo nel caso di coppie non fertili.
Una parte del mondo cattolico ha reagito con veemenza, contestando, anzitutto, il fatto che il nascituro di una fecondazione eterologa non avrà patrimonio genetico ereditato da coloro che intendono allevarlo e immaginando poi che questa tecnica, ora limitata a coppie eterosessuali con sterilità accertata di uno dei due genitori, si aprirà all'infinito. Replica uno dei più noti medici italiani, Umberto Veronesi: «Non ho mai pensato che la fecondazione eterologa potesse rappresentare uno scandalo, un insulto alla morale. Piuttosto, ho sempre creduto che vietare l'eterologa significasse negare per legge la speranza di un figlio. Creando, per giunta, una differenza tra i cittadini abbienti che possono andare all'estero e quelli non abbienti che non se lo possono permettere». E aggiunge: «sono fermamente convinto che il diritto di avere figli sia una parte inalienabile del corpus dei diritti della persona. Per questo leggo in modo positivo la decisione della Consulta. D'altronde, all'eterologa, ricorrerà una piccola porzione delle coppie che cerca disperatamente di avere un figlio». Il mondo cambia e i confini della scienza medica si allargano, ponendo problemi di aggiornamento continuo al legislatore e alla morale comune. Per chi crede, rispetto ai propri precetti religiosi, bisogna avere rispetto, ma non si può pretendere che, in una società pluralista, si impongano agli altri le proprie visioni. Ognuno si comporta a seconda della propria coscienza e dunque nessuno obbliga nessuno a ricorrere alla fecondazione eterologa, se ritiene che un figlio debba essere frutto naturale dei propri genitori. Stupisce, personalmente, che chi afferma spesso la sacralità della vita e approva la pratica dell'adozione come gesto d'amore assuma poi posizioni intransigenti su di un tema che la legge può regolare per evitare derive o cattivi utilizzi. Sono in più stufo di certi ultras, cui non solo sta stretta la laicità dello Stato, ma che spesso sono persone che nella vita quotidiana predicano bene e razzolano male. Non basta indossare la divisa candida della della propria fede, bisogna anche praticarla e questo in Italia, specie a chi afferma certi valori in politica, non sempre avviene. Ora, sulla fecondazione, ci vuole una legge aggiornata e ci vuole anche un Servizio sanitario che garantisca in modo omogeneo questa prestazione medica.