Da settembre ad oggi, in una trasmissione settimanale alla radio di un'oretta, ho trattato dei colori con cui vediamo il mondo. Titolo, pur scusandomi per la banalità, è "Colori". Mancano - e ne parlerò quest'oggi - il bianco (un colore, non paia un paradosso, senza... tinta) e, proposto alla vigilia di Natale, il rosso (ton sur ton della festività) e il 31 dicembre, a chiusura, l'oro (luccicante per il Capodanno). Il plot del programma è semplice: presento il colore nella sua generalità, lo applico poi alla realtà valdostana e sul punto ho degli ospiti in diretta con me. Inviata fuori dallo studio, sempre con persone intervistate legate in qualche modo al colore che fa da spina dorsale, c'è Elena Meynet. Le musiche sono, in qualche modo, anch'esse in tema con il colore prescelto. E' stato un viaggio interessante, che ha posto l'attenzione su qualche cosa - i colori colti dalla nostra vista - che diamo così per scontato e di cui, di conseguenza, non ci accorgiamo più. Racconta il solito "Focus", cui va dato atto della grande capacità di divulgazione: "Tutti gli animali hanno occhi o strutture analoghe per vedere il mondo a modo loro. Anche gli invertebrati più semplici, gli insetti più piccoli, persino le meduse, per il 99 per cento composte da acqua, hanno cellule sensibili alla luce che servono appunto da occhi. Ma come vedono? Anche se molti animali hanno occhi con strutture simili ai nostri, oggi sappiamo che il nostro modo di vedere è unico in natura, condiviso solamente dalle scimmie antropomorfe e poche altre specie". Questo vale anche per i colori: è certo ad esempio, anche se mi sfugge come abbiano potuto appurarlo a colpi di «bau bau», che i cani vedano in bianco e nero. Noi, con i colori non solo ci conviviamo nel rapporto con la Natura, ma costruiamo infinite varianti culturali, dando un significato a quanto ci circonda o a quanto creiamo noi stessi. L'uomo, nella sua capacità artistica, che è antichissima come dimostrano i disegni preistorici rinvenuti nelle caverne, ha sviluppato con i colori un universo di creazioni straordinario. Ho cercato in ogni trasmissione di mettere delle citazioni. Talvolta fulminee: "I colori maturano la notte", scriveva la poetessa Alda Merini. Oppure: "I colori hanno una loro vita propria, si trovano anche nella parte interna delle conchiglie assopite nelle profondità marine - è un indizio di feste segrete - grazie a una scoperta fortunata potremmo parteciparvi anche noi", come scriveva quel personaggio contrastato che fu Ernst Jünger. O ancora un poeta come Charles Baudelaire: "Le parfums, les couleurs et les sons se répondent". O, in ultimo, un pittore come Eugène Delacroix: "La couleur est par excellence la partie de l'art qui détient le don magique. Alors que le sujet, la forme, la ligne s'adressent d'abord à la pensée, la couleur n'a aucun sens pour l'intelligence, mais elle a tous les pouvoirs sur la sensibilité". Belle riflessioni, vero? Sono un piccolissimo campionario delle sensazioni quotidiane che ci derivano dal nostro pianeta colorato. Spetta a noi, di tanto in tanto, concentrarci sulla fortuna di godere - grazie ai colori - di emozioni che ci appagano e, per chi vuol farlo, ci consentono di viaggiare con la fantasia. Come ho cercato di fare in modulazione di frequenza. Da aprile mi piacerebbe parlare di sentimenti, in questo stesso percorso glocal: qui e altrove, dal minuscolo al gigantesco.