Tra un mese, come questa mattina, i giornali riporteranno i commenti del giorno dopo sui risultati delle elezioni politiche. A tutt'oggi - mi riferisco alla situazione italiana e guardando i sondaggi - mi pare che ci sia ancora una situazione piuttosto incerta sull'esito delle urne a causa soprattutto della pessima legge elettorale, che non è stata modificata - vogliamo dire la verità? - perché al sistema partitocratico italiano, compresa una buona parte dei "nuovisti", andava benissimo che la scelta degli eletti non fosse fatta dai cittadini ma dai partiti stessi. Un sistema grottesco e le stesse primarie che qualcuno ha fatto sono poi state indicazioni spesso disattese fra eccezioni, paracadutati e ripescati. O si torna a collegi uninominali, come in buona parte era il "Mattarellum" e come da sempre si vota in Valle d'Aosta per le politiche in Valle d'Aosta, oppure i cittadini conteranno sempre poco. Sarei comunque lieto se qualcuno potesse fornirmi un'autovettura come quella della serie dei film "Ritorno al futuro" per guardare l'esito finale. Poi - se avessi sotto mano la vettura che viaggia nel buco temporale - andrei a vedere l'esito delle elezioni regionali, fissando la data al 27 maggio 2013. Poi sarebbe bene che mi togliessero la macchina dalle mani, perché altrimenti andrei avanti indietro a fisarmonica a vedere varie date in cui ci sono stati avvenimenti storici a cui mi sarebbe piaciuto assistere e sarebbe altrettanto interessante vedere cosa avviene dopo di noi! La Storia e gli avvenimenti topici, che per fortuna sono raramente coincidenti con la data delle elezioni, sono difficili da capire nel momento in cui li si vive. Ex post andiamo tutti fortissimo, perché, a fatti avvenuti e già ben noti, si possono montare e rimontare e creare reti varie sui rapporti causa - effetto, sul momento - nel presente - è tutto più difficile. Più volte l'ho scritto di quanto abbia ammirato il coraggio di chi ha assunto decisioni difficili in tempi incerti. In Valle d'Aosta andrebbe scolpito nella roccia il coraggio di chi partecipò alla "Jeune Vallée d'Aoste" o di chi aderì, anni dopo, alla Resistenza proprio perché all'epoca non si sapevo come sarebbe finita la partita contro la dittatura fascista e il regime nazista. Varrebbe la pena di ricordarlo quando una parte della destra estrema oggi aderisce a un progetto autonomista: roba da non crederci, degna - se ci si può scherzare sopra senza avere il voltastomaco - dello "strano ma vero" della "Settimana Enigmistica". Facendoci seri, Antonio Gramsci scriveva: «L'illusione è la gramigna più tenace della coscienza collettiva: la storia insegna, ma non ha scolari». Parole che oggi suonano come un ammonimento contro tutti i totalitarismi, ma Gramsci - come si sa - morì nel 1937 e quindi visse solo un pezzo del "secolo breve". Ma quelle parole suonano come un ammonimento anche contro i sistemi costruiti da persone autoritarie, che si circondano di "comitati d'affari" e, profittando della penetrabilità dei meccanismi democratici, occupano il potere. A questo bisogna ribellarsi, perché anche piccole dosi di veleno quotidiano possono fare male.