In politica, dovendo scegliere, è meglio la calma prima della tempesta che la quiete dopo la tempesta. Quest'ultima è più nota per via della poesia di Giacomo Leopardi. La ricordate? Inizia così:
"Passata è la tempesta: Odo augelli far festa, e la gallina, Tornata in su la via, Che ripete il suo verso. Ecco il sereno Rompe là da ponente, alla montagna; Sgombrasi la campagna, E chiaro nella valle il fiume appare. Ogni cor si rallegra, in ogni lato Risorge il romorio Torna il lavoro usato".
In politica, però, diversamente dal risorgere poetico del dopo tempesta, certe tempeste possono essere letali e cambiare in profondità il quadro di riferimento e quindi è bene fare il punto, specie quando a prepararsi sembra essere una "tempesta perfetta". Vale a dire un insieme concomitante di eventi che possono colare a picco la nostra autonomia. Riflessione - quella della calma che precede - che calza a pennello per queste ore di canicola estiva che assomiglia ad un frutto così maturo da declinare con rapidità nella coda della stagione che in montagna anticipa d'improvviso il primo autunno. Siamo nei guai come autonomia speciale ma la logica scacciapensieri ci avvolge. A breve quelle nuvole scure che osserviamo all'orizzonte faranno un fronte unico e romperanno questa quiete purtroppo solo apparente. Mai come oggi la nostra autonomia speciale, il suo ordinamento, le sue fondamenta sono in discussione grazie ad un'azione politica precisa veicolata attraverso un'aggressione fatta di scelte giuridiche e di sordità politica. La seconda - la sordità politica - è facilmente spiegabile: i "tecnici" tirano dritti, sbattendosene dell'interlocuzione politica e forse capirebbero solo atteggiamenti duri e non una logica accondiscendente rispetto al disegno. E il disegno è quel che preoccupa: un uso sempre più rigido e punitivo del patto di stabilita cui si sommano i tagli derivanti dal nuovo riparto fiscale, mentre i servizi statali (tipo Ferrovia e Poste) sono sempre più scandenti e alcuni sarebbero già paralizzati, come la Giustizia, senza il personale amministrativo regionale. Poi in violazione del nuovo riparto ci sono stati ulteriori tagli unilaterali da parte dello Stato, comprese tasse non più trasferite alla nostra Regione e pasticci sull'Imu a svantaggio dei nostri Comuni. Ciliegina anzi "ciliegiona" sulla torta, la "spending review" con la selva di tagli e taglieggiamenti, cui si aggiunge l'opera onnicomprensiva di Enrico Bondi con la follia di certi costi standard che sembrano calcoli fatti da un bambino dell'asilo. Ma cova, in questo intrico enigmistico fra orizzontale e verticale, la grande riforma che è come un rumore di cacciabombardieri all'orizzonte. Bella e pronta è la bomba nucleare della "grande riforma", di cui incostituzionalità varie e sgarbi istituzionali sono solo la premessa. Quella si chiamerà: soppressione dell'autonomia speciale e sancirà la "tempesta perfetta" e la calma successiva sarà quella di un cimitero. A meno che non si reagisca per tempo.