"Tg1" delle 20, seduto davanti alla televisione, in questo afoso mese di luglio del 2016. Alzo leggermente il volume e parte il servizio: "Chiusa, definitivamente chiusa. Con l'abrogazione dell'articolo 116 della Costituzione la Regione autonoma Valle d'Aosta è sparita dal panorama istituzionale della Repubblica Italiana. Di conseguenza all'articolo 131 figura ora la dizione "Piemonte-Valle d'Aosta", come previsto dalla legge costituzionale varata ieri sera definitivamente dal Parlamento italiano. Circoscrizione autonoma nel 1945 e Regione a Statuto speciale dal 1948, erede delle precedenti esperienze di autogoverno della Valle sin dalla notte dei tempi, la Valle d'Aosta è stata soppressa e si ritiene che potrà diventare, con legge ordinaria, una Provincia piemontese, ma per il momento la norma transitoria assegna il suo territorio all'area metropolitana di Torino. Viva soddisfazione bipartisan in Parlamento per il risparmi ottenuti e per la fine dell'anomalia dell'esistenza di una Regione così piccola. E' vero che si era partiti con l'ipotesi di cancellazione di tutte le Regioni autonome, ma poi lungo l'iter del provvedimento si è ritenuto che Sicilia e Sardegna dovessero mantenere la loro specialità per motivi, mentre l'Intervento presso le Nazioni Unite dell'Austria ha garantito il mantenimento delle Province autonome di Trento e Bolzano. Questa scelta ha consigliato le Camere a conservare anche, in una logica di equità nel Nord Est, il Friuli Venezia Giulia, che sarebbe dovuto confluire nel Grande Veneto. Ad Aosta la reazione è stata pacata. Rari manifestanti si sono recati in centro città e qualche moto di piazza è stato sedato in alcune vallate. Il "MLN - Mouvement de Libération Nationale", il movimento clandestino nato nell'ormai scomparsa Regione quando si era manifestati i primi segnali della decisione romana, aveva diffuso proprio ieri via Internet un messaggio invitando la popolazione alla calma. Si attende infatti in queste ore l'arrivo delle delegazioni dell'Unione europea e del Consiglio d'Europa, dopo che un vasto movimento d'opinione internazionale si era mobilitato in favore della "questione valdostana". Il tema sarà affrontato anche nella prossima sessione delle Nazioni Unite a seguito della petizione firmata da centomila cittadini valdostani. Ma il Governo italiano ha fatto sapere che "non tollererà ingerenze nella propria sovranità nazionale". Spengo e le mani mi tremano. Come potevamo non aver capito sin dall'inizio che non bisognava sottostimare i diversi segnali d'allarme?. Poi mi sono svegliato.