E' stata definita "L'opération liberté", quella intrapresa al confine fra Savoia e Cantone di Ginevra da parte del "Mouvement des citoyens de Savoie - Mcse", sigla - lo confesso - a me sconosciuta. La scelta del posto di frontiera di Bardonnex, dove transitano migliaia di frontalieri al lavoro nella Confederazione, è stata una scelta politica apposita. Infatti quel luogo, dove i manifestanti espongono le proprie ragioni, è stato così spiegato dalla "Tribune de Genève", che racconta anche delle lunghe code registratesi ieri: "Le mouvement dit s'être plongé dans les archives, et avoir découvert qu'en 1815, une zone de neutralité s'étendait de Chambéry à Genève, et que la Suisse s'était engagée à protéger la Savoie en cas de guerre mondiale. «Ca n'a été fait ni en 14-18 ni en 39-45, reprend Jean Blanc (è uno degli esponenti del gruppo, n.d.r.). La Suisse n'a jamais rempli son contrat». Le "Mces" souhaite que le canton de Genève reconnaisse la Savoie en tant qu'Etat, et a prévu de camper dans la zone neutre située entre les deux postes-frontière jusqu'à satisfaction". Confesso che questo nuovo movimento indipendentista mi è oscuro, mentre ho conosciuto bene quello altro partito, La "Ligue Savoisienne", nato negli anni Novanta e che ebbe anche un consigliere regionale rhônalpin, Patrice Abeille, con cui non scattò una grande simpatia. Il suo nazionalismo savoiardo ruota attorno ad un'interpretazione del "Trattato di Torino" del 1860 con cui la Savoia venne annessa alla Francia e che sarebbe decaduto dopo la Seconda guerra mondiale e da allora la Savoia dovrebbe essere uno Stato indipendente. Obiettai ad Abeille che questa interpretazione giuridicamente era difficile da sostenere e che forse, nella Francia centralista, un discorso regionalista avrebbe potuto aver spazio. Ma la mia riflessione immagino che venne considerata una concessione all'odiato invasore francese. Credo che la manifestazione di queste ore sia nello stesso solco e conta appunto sullo spirito neutrale degli svizzeri e su di una loro decisiva azione di sostegno. Non penso che a Parigi tremino e penso invece che sia un peccato che mai in Savoia sia riuscito a sfondare un movimento regionalista degno di questo nome. Anzi, il massimo del dibattito mira ad una fusione in un solo Dipartimento dei due esistenti, mentre l'enorme taglia della Regione Rhône-Alpes rende la rappresentanza politica dei savoiardi assai debole. Come avverrebbe con una macroregione Piemonte, Liguria, Valle d'Aosta incredibilmente rilanciata da Francesco Rutelli nel solco dell'idea lanciata per prima, anni fa, della Lega con una macroregione del Nord ancora più vasta.