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29 feb 2012

Se il principio è un rischio

di Luciano Caveri

Fare battaglie di principio è rischioso, perché i principi e le regole risultano talvolta una rottura di scatole. Viviamo in un mondo che incanala i nostri comportamenti e sin da bambini dobbiamo interiorizzare norme, modelli, criteri. E' il prezzo da pagare per avere una vita sociale e crescendo questa rete si fa ancora più fitta. Vi è un termine giuridico che di questi tempi è stato sdoganato dai libri di diritto e potrebbe essere adoperato in questo caso. E' la parola "legalità", che per il misterioso destino che avviene nell'uso delle parole, è diventato un termine alla moda che scalda i cuori e indica la via da seguire contro il suo contrario, l'illegalità. Anche questa parola abusata si è espansa nel suo uso e assume diverse sfumature, come gli scalini di una scala che parte dalle piccole illegalità salendo sino alle grandi. Nel porre l'ormai noto problema del voto in Consiglio regionale, con la collega Hélène Imperial abbiamo voluto affrontare un problema di principio e lo abbiamo fatto in termini ufficiali. Di conseguenza abbiamo innescato un meccanismo che prevede che del nostro gesto ognuno offra liberamente la sua interpretazione e avvengono su fatti e circostanze le reazioni più disparate. E' normale che ciò avvenga e la politica è un mondo nel quale le reazioni e i commenti, quando progressivamente ci si allontana dal problema posto, finiscono persino per dimenticarsi il punto di partenza. Per altro, vale sempre la cattiveria di Leo Longanesi: "Non bisogna appoggiarsi troppo ai principi perché poi si afflosciano". Vedremo i prossimi avvenimenti. Resto dell'idea che il problema andava posto e certe cattiverie subite e che arriveranno non stupiscono più di tanto e anzi, non suoni come un paradosso, sono semmai la conferma della bontà della scelta.