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17 dic 2011

Ricordando la vecchia littorina...

di Luciano Caveri

Il punto di riferimento, in materia di ferrovia valdostana, è il decreto legislativo numero 194 del 26 ottobre 2010, pubblicato alla fine di novembre di un anno fa, dopo l'iter cui ho assistito in "Commissione Paritetica" (che risulta oggi inattiva dall'estate scorsa e che ora dovrebbe essere rinominata nella parte governativa). Non è per fare l'Azzeccagarbugli, ma temo che molti che parlano e scrivono di ferrovia dimenticano che nei pochi articoli di questa norma d'attuazione si concentra l'insieme delle procedure necessarie - fatte di accordi specifici e puntuali su ogni aspetto - per modernizzare davvero la nostra linea ferroviaria. Segnalo con l'occasione che alcuni tempi prefissati dalla norma, pur non perentori, non sono stati rispettati per raggiungere le intese fra Regione e Stato per trasferire alla Valle quanto previsto dalla legge. Per cui mi fa piacere che in molti si esercitino sulle prospettive della linea e pare sempre più evidente che non sempre i pendolari di diverse località, tipo Aosta e Ivrea, abbiano interessi realmente coincidenti, come dimostrato dall'affossamento della "tangenziale" di Chivasso che avrebbe davvero fatto risparmiare tempo verso Torino e che è caduta soprattutto vittima di un'abile campagna di controinformazione di chi ha interesse a fermarsi a Chivasso. Ma quel che stupisce è la canea montata sui treni bimodali, di cui si faceva già cenno negli accordi per l'acquisto dei treni "Minuetto". Io li ho visti dalla cabina, ci ho viaggiato, ho parlato con alcuni produttori: è questa nel frattempo l'unica ipotesi seria di miglioramento dell'esercizio verso il Piemonte per evitare i cambi di treno resi necessari dal divieto dell'uso dei diesel nel sistema torinese. Tutto ciò aspettando l'eventualità di lavori pesanti di rifacimento della linea, il cui prezzo da pagare è colossale e prevederebbe - specie in caso di elettrificazione da valutare nel rapporto fra costi e benefici - una progettazione esecutiva rispetto ai progetti già in mano alla Regione, oltreché lunghi periodi di chiusura della linea stessa e parlo della "Aosta - Ivrea" (sulla "Aosta - Pré-Saint-Didier", a parte l'ipotesi di chiusura, l'unica soluzione seria potrebbero essere i moderni treni-tram in esercizio già in alcune città). Da ragazzo, quando facevo lo studente pendolare, viaggiavamo ancora sulle "Littorine" di epoca fascista e su treni con scompartimenti "Belle époque" ed era già un esercizio da barzelletta con ritardi e malfunzionamenti. Ora come allora le cose non vanno e toccherà alla Regione, uscendo dalla gestione statale, assicurare un servizio efficace (sapendo di una nuova società privata con imprenditori valdostani che si affaccia sulla scena), facendo però i conti con la linea e tutti i suoi handicap.