Immaginate un medico di fronte al proprio paziente privo di elementari dispositivi diagnostici. Sarebbe ovviamente in difficoltà. E' quel che capita da sempre per il turismo valdostano, che è la principale attività economica in Valle. Tutti i dati statistici, compresi i "classici" presenze e arrivi, transitano attraverso cifre che vengono elaborate "ex post" rispetto alla stagione turistica in atto e per questo, come un'eco successiva, leggiamo l'andamento parecchio dopo. Quando - diciamocelo francamente - l'interesse di sapere le cose è scemato. Personalmente, quando mi sono occupato di questo settore e dovevo riferirmi più a percezioni che a fatti reali quando mi si chiedeva «Come va la stagione?», avevo provato a far elaborare un sistema istantaneo di rilevamento basato su dati certi come il consumo di energia elettrica e di acqua o ai rifiuti movimentati nelle diverse zone. Mentre per il turismo pendolare i dati nei passaggi autostradali, ormai storicizzati, sono un termometro interessante della "febbre turistica". Ottenuta la formuletta, poi resta il problema di alimentare i dati e lì ci si ferma. Quale sarebbe l'utilità di questo o di altri metodi possibili, specie nell'epoca della rapidità informatica? Evitare di inseguire giudizi e pregiudizi che si formano. Per esempio quest'anno i mugugni sulla stagione estiva salgono fino al cielo, ma ognuno offre valutazioni che sono soggettive e come tali non sistematiche.