C'è stata anzitutto la selezione di alcuni ristoranti valdostani, posti in ordine alfabetico: "Ad Gallias" (Bard); "Café Quinson Vieux Bistrot" (Morgex); "Hotel Hermitage La Chandelle" (Cervinia); "La Clusaz" (Gignod); "Le Grenier" (Saint-Vincent); "Le Petit Restaurant Hotel Bellevue" (Cogne); "Vecchio Ristoro" (Aosta); "Village La Cassolette" (La Salle). Così Fabrizio Favre sul suo sito impresavda ripropone, con questi competitori elencati, un concorso già presentato lo scorso anno (a vincere fu "Le Grenier", cui è stato assegnato il "forchettone di legno") e che vede quest'anno uno scontro gastronomico assai interessante. Non è facile scegliere chi votare fra queste eccellenze, che negli anni ho avuto il piacere di provare. Ogni ristorante ha una sua spiccata personalità a seconda dello chef e dell'ambiente del locale. Favre raddoppia con la nuova categoria "trattoria", che vede in competizione: "Al Caminetto" (Saint-Pierre); "Baita Ermitage" (Courmayeur); "Bar à fromage" (Cogne); "La Maison Rosset" (Nus); "Lo Grand Baou" (Avise). Una sfida, anche in questo caso, per nulla scontata. Chi ha preferenze da esprimere può farlo ancora per un mesetto. Resta da chiedersi dove vada la cucina valdostana fra tradizione e rinnovamento, fra uso di prodotti locali e incursioni di prodotti importati, fra chef valdostani e cuochi provenienti da fuori. Il sondaggio di Favre immagino serva proprio a questo: uno stato della situazione annuale della ristorazione della Valle.