Spetterà agli esperti spiegarci i dati di questa strana primavera, torrida anzitempo e poi, sino a queste ore, proprio al limitare del solstizio che sarà fra due giorni, con piogge e umidità. Nella sua banalità, questo della meteo resta un must nelle "conversazioni usa e getta" (segnalo, tra le novità collegate, il «quest'anno ci sono un sacco di mosche» ed «ormai in Valle c'è sempre il vento», che un recente interlocutore mi ha spiegato essere dovuto ai bombardamenti effettuati dalla "NASA" sulla luna per cercare l'acqua...). Noto nel vippometro di queste chiacchiere da macchinetta del caffè o da bar avanzare due temi: la vacanze estive e le scelte in proposito di ciascuno; il post Berlusconi che moltiplica gli analisti politici e mi pone, per i miei trascorsi, nell'imbarazzante situazione del «spiegaci tu che sai». Essendo la politica italiana come la fisica quantistica per la sua complessità crescente, corrispondente ad una sorta di desertificazione delle idee, opto ormai per la "busta A", le vacanze. Il vantaggio che deriva dalle mie cinquantadue estati è l'ampio ventaglio di luoghi visitati e relativa aneddotica. Mare o montagna?