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28 ott 2010

Il bamboccione misantropo

di Luciano Caveri

"Bamboccione: un giovane maturo, che invece di rendersi autonomo continua a stare in casa con i genitori e si fa mantenere da loro. Collegamento con precarietà, ma anche con mammismo italiano". Questa la spietata sintesi di un dizionario sul Web, che riprende una celebre e ormai diffusa definizione di Tommaso Padoa Schioppa, Ministro dell'Economia nel 2007, quando invitò a mandare fuori di casa i trentenni che non si schiodano dalla casa dei propri genitori. Trovo che la questione sia stata ormai così discussa e sviscerata da non essere meritevole di troppe attenzioni, non fosse che questa storia dei bamboccioni non si ferma lì, essendo la società in cui viviamo come un organismo vivo che continua a cambiare. Direi, a questo proposito, che si sta delineando, con orrore dei genitori che sono vittime ma anche carnefici, una variante ancora peggiore del “bamboccione”, che potremmo definire il “bamboccione misantropo”.

Il “bamboccione misantropo” copre una fascia che va dall’adolescenza ad oltre i trent’anni e sembra caratterizzarsi per una crescente e inquietante dipendenza dal mondo virtuale che spazia da un uso compulsivo ma alla fine solitario di Facebook fino ad un solipsismo intriso di asocialità che priva la persona di rapporti e relazioni. Direte voi: esagerato. Guardatevi attorno, sondate nelle vostre conoscenze, parlate con genitori e amici e vedrete che il prototipo esiste e si diffonde a macchia d’olio. Di che essere allibiti e preoccupati di chi non va al bar a giocare a calciobalilla ma passa ore a giocare su Internet con concorrenti virtuali che abitano chissà dove. Non socializza con una lei o un lui con le parole ma con frasi smozzicate via sms. Giganteggia nelle spiritosaggini sui social network e non ha il coraggio di far parte di una compagnia.. Ritiene le mura domestiche e persino l’”amicizia” con i genitori una sorta di rete protettiva al mondo che c’è fuori. Ritengo, nella mia totale incapacità di capire il fenomeno e di trovare eventuali antidoti, che il fenomeno vada meglio esplorato per dare strumenti di reazione ai protagonisti di questa sorta di patologia e armi per coloro che vogliono combattere questa nuova forma di solitudine e di ripiegamento.