Questo federalismo fiscale mi sembra una gran confusione e irto, alla fine, di rischi per la nostra autonomia finanziaria e apre serie riflessioni sul ruolo futuro della negoziazione con lo Stato. Sia chiaro che i valdostani possono e anzi devono avere amici, ma l'amicizia non vuol dire vendersi e stipulare rischiosi "patti di sangue" nella speranza di ottenere vantaggi. Sul lungo periodo il compromesso può diventare compromissione e l'abbraccio può diventare una stretta mortale. L'Autonomia speciale è un insieme di istituzioni e un ordinamento giuridico in cui dobbiamo credere fortemente, sapendo quanta fragilità ci sia in un'Autonomia "octroyée" e per questo vorremmo un nuovo assetto "politico" federalista, unica garanzia per i nostri destini. E anche su questo terreno - la famosa svolta federalista per ora buona per tagliarci i fondi - dobbiamo essere ben certi che il lupo non si sia solo travestito da agnello per sbranarci. La nostra Valle ha bisogno di difensori sinceri in una logica vasta e condivisa, perché quel che importa non sono le singole personalità - ciascuno di noi passa il testimone alle future generazioni - ma una logica collettiva che deve lavorare per avere una comunità forte e coesa, che sappia essere sospettosa con chi non merita fiducia. Per questo bisogna evitare confusioni su chi siamo e dove vogliamo andare: mai potrebbe essere accettata una logica colonialista in cui la povera "tribù valdostana" (è chiara l'ironia?) deve inchinarsi a chi, di volta in volta, comanda in Italia, altrimenti andrebbe a catafascio tutta una battaglia condotta dai nostri padri fondatori. Si tratta della forza della coerenza.