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13 ott 2010

L'oleodotto sotto il traforo

di Luciano Caveri

Se penso a quante tribolazioni ci sono state per il tunnel di sicurezza del traforo del Gran San Bernardo, con i vallesani spettatori attoniti degli "stop and go" romani, non posso che essere lieto dell'apertura del cantiere. Quel "tubo" aggiuntivo consente di offrire al traforo quelle garanzie di sicurezza sancite dalla normativa comunitaria a seguito del luttuoso rogo del tunnel del Monte Bianco. Ma soprattutto risolve un tema per nulla banale: quello della messa in sicurezza reale dell'oleodotto che passa sotto l'asse stradale. Su questo ha scritto il dottor Martin Kuder in uno studio sulle relazioni economiche fra Italia e Svizzera: "gli stretti rapporti economici esistenti fra ambienti economico-finanziari dei due Paesi dopo il 1945 si tradussero anche nella realizzazione di importanti opere infrastrutturali di collegamento fra Svizzera e Italia. La Fiat fu fra i promotori e i finanziatori della galleria stradale del Gran San Bernardo, inaugurata nel 1964, tra il Canton Vallese e la Valle d'Aosta. Tale opera venne realizzata anche in reazione al progetto italo-francese de tunnel del Monte Bianco; si temeva infatti che quest'ultimo avrebbe favorito l'aggiramento del territorio elvetico da parte delle correnti di traffico fra l'Italia e l'Europa centro-settentrionale. Dalla galleria del Gran San Bernardo venne fatto passare anche l'oleodotto fra Genova e Collombey. Questa pipeline, promossa congiuntamente dall'Eni e dalla Société Financière Italo-Suisse, rappresentò il fulcro dell'ambiziosa strategia avviata alla fine degli anni 1950-60 da Enrico Mattei, presidente dell'Eni, per intaccare il predominio delle grandi compagnie petrolifere angloamericane sui mercati europei". In realtà né il traforo né l'oleodotto diedero i frutti sperati dagli ideatori, tuttavia il connubio ha creato profonde riflessioni sulla sicurezza, pur sapendo che delle due condotte esistenti una è ormai fuori servizio ed è ormai securizzata, mentre la più recente - che risale alla seconda metà degli anni Novanta - è in servizio ed è costantemente oggetto di manutenzione e di controllo. Ora, finalmente, si sposterà dal tunnel stradale al tunnel di sicurezza ed è una delle ragioni della costruzione in corso.