Verrebbe voglia, ogni tanto, di fermare tutto e dire «sincronizziamo gli orologi», sapendo che alla fine l’interesse dovrebbe essere quello di salvaguardare la nostra autonomia speciale. Sarò un pochino "ciula", come dicono i lombardi, ma la situazione politica in Valle sembra talvolta uno di quei "vaudeville", commedie leggere e divertenti basate su intrighi e "qui pro quo" in cui ad un certo punto i personaggi si mischiano e le situazioni si complicano spesso con intrighi amorosi. L’ambientazione – ma, per carità, nessuna liaison rosa questa volta… - è Palazzo Grazioli, dove il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi riceve una "delegazione valdostana", di cui fan parte tre esponenti del PdL, il Presidente della Regione ed il Senatore della Valle d’Aosta. Incontro pubblico? Verrebbe voglia di dire di no, perché la sede della Presidenza è Palazzo Chigi, ma si sa che al premier quel palazzo non piace e preferisce usare il "suo" palazzo. Incontro istituzionale? No, abbiamo già detto in sostanza, anche perché sennò mancherebbe uno dei due parlamentari valdostani. Incontro politico, nel senso partitico? Direi di no, perché altrimenti ci sarebbero stati esponenti unionisti e delle altre forze autonomiste e non quelli del PdL che, sulla carta, sono ancora opposizione. Tuttavia, essi stessi precisano che lo fanno per il bene della Valle, e per trovare soluzione ai problemi concreti. «Sincronizzare gli orologi» vorrebbe solo dire, in sostanza, sapere chi fa che cosa e conoscere gli esiti conclusivi, perché il pragmatismo premia senza naturalmente far venir meno i principi, che sono la benzina senza la quale il motore si ferma. Perché nel "vaudeville" c’è sempre un lieto fine, quando tra risate e pacche sulle spalle, con apposito accompagnamento musicale, equivoci e incomprensioni si sciolgono come neve al sole. Bisognerebbe però avere in mano il copione o parlare con il regista.