La scossa di terremoto che ha colpito la Valle d'Aosta nelle scorse ore non deve preoccupare. La classificazione delle zone sismiche della Regione è rassicurante e qualche maggior accortezza nelle costruzioni riguarda solo quelle aree che sono - come in questo caso - nei pressi del Cervino o, come dimostrato da una scossa in un recente passato, nell'area del Monte Bianco. Piuttosto non bisogna abbassare la guardia in un altro settore, come potremo ricordare tra pochi mesi con i dieci anni dalla terribile alluvione del 2000, che investì la nostra Valle in maniera impressionante. Infatti i dati, Regione per Regione, della mappatura delle zone a forte rischio idrogeologico ci pongono purtroppo al vertice delle zone pericolose e ciò significa grande attenzione nei piani regolatori e azioni precise di difesa del suolo specie con costosi interventi di prevenzione e bonifica. Più di una volta è stato chiesto allo Stato italiano uno sforzo di sostegno, che oggi potremmo in parte, e agevolmente, immaginare anche con l'uso di quel fondo ormai cospicuo rappresentato da denaro non spendibile nel bilancio regionale per rispettare il noto "Patto di stabilità". I recenti casi di Arnad, prima con i rischi incombenti su di una frazione e poi con l'operazione di disgaggio di una frana che minacciava la strada statale, sono episodi ripetibili in molte altre zone della Valle e i costi di certi interventi di tutela sono impressionanti.