Tutto è pronto per le elezioni regionali, dopo una campagna elettorale che mostra ormai come l'Italia - entità sempre più geografica - non sia più un Paese normale. In un "Paese normale" ci sarebbero stati i "faccia a faccia" tra i candidati e il confronto sarebbe avvenuto sui temi di ciascuna Regione al posto di scomposti o composti - secondo i caratteri dei singoli - attacchi fra avversari che trasformano questo test elettorale in un referendum pro o contro Silvio Berlusconi come riesce sempre a fare astutamente il Cavaliere, che pure ormai dimostra tutta la sua età. Certo, in barba alla celebre "par condicio", è apparso dappertutto in televisione, segno che in Italia è facile violare le regole. Aggiungo a questo proposito che non capisco neppure quei miei colleghi Rai che, privati ingiustamente dei loro talk show, chiusi per non dar fastidio (sic!), si sono trasferiti - mi par di capire senza chiederlo al loro datore di lavoro - armi e bagagli su Internet o su altre emittenti. Io penso che vincerà la "stuffia" e molta gente per bene non andrà a votare, ingrossando le file di quel numero crescente di astensionisti che disertano le urne. Vedremo lunedì l'esito del voto e anche qui commenteremo i risultati. Leggo che questo esito potrebbe influenzare le scelte dell'UV rispetto alle alleanze per le prossime comunali ad Aosta: anche questo sarà interessante da verificare, anche se personalmente credo - ma forse trovare la figura del sindaco non è banale - che «Les jeux sont faits...» Forse un giorno aggiungeremo «Rien ne va plus...».