"...gli scienziati dicono che la linea della palma, cioè il clima che è propizio alla vegetazione della palma, viene su, verso nord, di cinquecento metri, mi pare, ogni anno… La linea della palma… Io invece dico: la linea del caffè ristretto, del caffè concentrato… E sale come l'ago di mercurio di un termometro, questa linea della palma, del caffè forte, degli scandali: su su per l'Italia, ed è già oltre Roma..." Così diceva il grande Leonardo Sciascia in una celebre intervista di Giampaolo Pansa nel 1970. Questa definizione della "palma" (albero che in Valle c'è in diverse località, specie in bassa Valle), sarcasticamente allargata poi al caffè espresso, viene scolpita come metafora della capacità di espansione e progressione delle mafie. Si trattava di un ammonimento in piena regola, purtroppo confermato dai fatti a trent'anni da quella profezia, visto che oggi la criminalità organizzata (mafia in senso lato ed il termine è finito in tutte le lingue) è un fenomeno mondiale e, nel caso italiano, un fenomeno nazionale. Chi conosce la situazione valdostana sa che anche qui - l'ho letto in rapporti ufficiali - ci sono state e ci sono "infiltrazioni" e speriamo che non ci sia di peggio, perché il denaro attira i malavitosi come il miele e chi si compromette con la criminalità organizzata prima o poi casca come una pera. Ho ricordato la "linea della palma" come relatore della legge votata dal Consiglio Valle sulla legalità, come sintesi fra una proposta "Alpe" e una del Governo regionale. L'unanimità dei voti è un buon segno. Sarà pure che sul "politically correct" nessuno sgarra, ma - tolti gli orpelli retorici - mi pare esista un'ampia volontà di agire.