09 gen 2010
Leggo della morte di Gianni Bonichon, che fu mio ammiratissimo professore di ginnastica alle medie di Verrès. Era all'apice in quegli anni della sua carriera di bobbista e anche noi ragazzini coglievamo il suo fascino di bon vivant fra battute e goliardate. L'ho rivisto alcuni anni fa ad una premiazione dell'Asiva, ormai costretto sulla sedia a rotelle e faceva impressione pensando al fisicaccio che aveva, dopo una vita vissuta pericolosamente con vicende di cronaca nera che purtroppo si sommarono alle grandi gesta sportive. Gli avevo raccontato di quanto gli invidiassimo le macchine veloci, le ragazze e la "vita spericolata": ebbe come un guizzo, un lampo negli occhi. Erano - io penso - i ricordi.