Al Gruppo dei democratici e dei liberali, nell'ultima riunione plenaria di questa Legislatura del "Comitato delle Regioni", sono venuti dei rappresentanti della Croazia. Se si pensa ai drammi seguiti allo sgretolamento del "finto federalismo" della Jugoslavia, sembra incredibile che oggi - dopo la Slovenia, diventata membro dell'Unione europea - sia la Croazia in lista d'attesa per un nuovo allargamento, che riguarderà in prospettiva altri Paesi balcanici. D'altra parte, la strada dell'integrazione non si ferma ed è bene che sia così, anche se ci vuole una grande cautela nei prossimi passi per evitare certe incomprensioni dei cittadini che non hanno ancora digerito tutti quegli ingressi recenti che hanno portato agli attuali ventisette. Un caso per tutti: la Romania. In prospettiva il caso più scottante resta l'ingresso della Turchia: io resto contrario. Certo per i valdostani l'allargamento più interessante sarebbe quello con la Confederazione elvetica, ma ci vorranno ancora anni e l'Europa dovrà comunque dimostrare di avere nel federalismo un punto di riferimento vero.