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07 nov 2009

Le tre scimmiette

di Luciano Caveri

Mi piace questa idea dei test antidroga per gli eletti, anche se non mi sfugge l'elemento intrinseco di provocazione. Annuncio, comunque sia, di essere pronto a sottopormi a qualunque prova, in qualunque momento, anche subito. Sarebbe interessante per vedere chi predica bene e razzola male. Tutto ciò perché sono stufo di certe ipocrisie.

Basta che a parlare di di onestà siano i disonesti e di sincerità i bugiardi. Che a farci la morale siano quelli che ne hanno fatto carne di porco e, per piacere, non parlino di idee e di valori coloro che neppure sanno che cosa siano. Fa ridere che a difendere i crocefissi sui muri siano gran bestemmiatori o si esaltino per il particolarismo valdostano anche coloro che non sanno un fico secco di storia locale e orecchiano cose sentite. Mi annoio che esaltino l'innovazione gli sprovveduti di fronte ad un computer o si commuovano con i buoni sentimenti quelli che hanno cuori di sasso e stomaci moquettati. Mi indigno che facciano i difensori delle casse pubbliche quelli che hanno buttato denaro di tutti con disprezzo e parlino di diritto pensando che abbia un rovescio. Ridacchio a pensare a chi legge discorsi senza capire che cosa dice o scrive articoli in realtà frutto di scribacchini prezzolati. Le categorie comprendono anche: voltagabbana, doppiogiochisti, falsoni e zerbini. Eviterei le descrizioni ad personam. E' da antipatici dirlo? Si tratta di frustrazioni personali? Può darsi che sia così, ma penso che l'unico antidoto contro la deriva populista, che inquina anche la democrazia rappresentativa, sia la consapevolezza dei cittadini elettori, che se fanno come le tre scimmiette - non vedo, non sento, non parlo - sono destinati a restare nella gabbietta. Per altro - e a scanso di equivoci contro il rischio di una furia generalizzata - credo che sia bene precisare che anche in politica, a tutti i livelli, ci sono onesti, competenti, coerenti e seri. Forse non esiste la capacità di far sistema.