Sono stato fra i fondatori e il primo Presidente del sindacato dei giornalisti valdostani, dopo avere per anni frequentato la "Subalpina" a Torino e partecipato a Roma a riunioni sindacali dei giornalisti "Rai" e soprattutto della "Fnsi - Federazione nazionale stampa italiana". Per cui, conoscendo i contratti e la loro evoluzione e vizi e virtù della stampa italiana (nel senso vasto del termine, compreso il settore radiotelevisivo), capisco la voglia di protestare a difesa di quell'articolo 21 della Costituzione, che più di altri risente della polvere del tempo e poco conta l'interpretazione evolutiva. E, tuttavia, come negare che la situazione italiana sia anomala? L'impressione è che un tema bipartisan sfoci infine in una semplice manifestazione antigovernativa, che è un modo rozzo di approcciare un nodo cruciale e che non consente di trattare un argomento che forse potrebbe avere più consensi, pensando in particolare a quel dopo Berlusconi che prima o poi verrà e che spariglierà le carte.