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29 apr 2022

Macron!

di Luciano Caveri

E' stata per me una domenica nervosa, sbirciando a partire da una certa ora il sito del quotidiano "Le Soir" ed altre testate belghe e pure svizzere che fornivano informazioni sull'esito delle presidenziali francesi sotto la definizione scherzosa di "Radio Londres". Nel senso che in Belgio e in Svizzera, come faceva la radio inglese per i territori occupati dai nazisti, si potevano diffondere dati in anteprima sull'esito delle elezioni francesi, quanto in Francia non era consentito ad urne aperte. L'arrivo di alcuni dati ufficiali dei Territoires d'Outremer - con la Le Pen in testa - mi aveva messo ansia. Persone addentro alla politica francese non nascondevano di persona qualche timore per un eventuale colpo di scena al secondo turno. Per fortuna ciò non è avvenuto e probabilmente la saga dei Le Pen, padre e figlia, si chiude qui per l'Eliseo. Vedremo.

Intanto si è evitato che l'astuta Marine, brava nel darsi una identità più moderata e capace a cavalcare certi errori di presunzione del Presidente uscente, facesse uscire la Francia dalla visione europeista di Macron. Una visione da tenersi ben stretta di questi tempi e certo i sospetti di simpatia con la Russia della Le Pen hanno pesato molto per via della guerra sconsiderata in corso in Ucraina e non le hanno giovato i noti legami economici, come un prestito bancario con Mosca, che certo Putin - grande nell'intrattenere legami oscuri laddove gli sia utile per influenzare l'Occidente - non ignorava. Però bisogna dirsi la verità: la vittoria infine netta di Macron non nasconde la crisi della V Repubblica con Melanchon a sinistra e Le Pen a destra depositari di un voto di protesta populista e demagogico che ha annullato la vecchia partitocrazia francese. Toccherà ora alle elezioni legislative svelare come evolverà il fenomeno. Chi, come me, riconosce il peso dell'antica democrazia francese segue con apprensione il futuro di questo Paese per quanto può dare all'Europa in questi tempi difficili. Credo che bisognerà anche trovare occasione per poter parlare con il Presidente francese rieletto di questioni che riguardano la nostra Valle, come il dossier delicatissimo del traforo del Monte Bianco. Ma anche rilanciare la logica di ponte della nostra cultura, avendo l'occasione importante di avere un incontro in Valle su quel "Trattato del Quirinale", che è pieno di spunti utili anche per noi. In molti hanno votato Macron non più con la convinzione della prima volta in una logica più di sbarramento a protezione della République contro l'assalto di una estrema destra che avrebbe cambiato in negativo il volto della Francia. Ora tocca all'ancor giovane Presidente dare quella svolta che ha promesso per evitare il peggio e ci è riuscito non da solo ma per il buonsenso ancora una volta dimostrato dai suoi concittadini. Ieri sera Macron ha detto nel suo festeggiamento ai Champs-de-Mars a Parigi: «Cette ère nouvelle ne sera pas la continuité du quinquennat qui s'achève, mais l'invention collective d'une méthode refondée pour cinq années de mieux au service de notre pays, notre jeunesse». E ha aggiunto: «Il nous reviendra ensemble d'œuvrer à cette unité par laquelle seule nous vivrons plus heureux en France, et relever les défis qui nous attendent. Les années à venir, à coup sûr, ne seront pas tranquilles, mais elles seront historiques. Ensemble, nous aurons à les écrire». Speriamo che questi suoi intenti si realizzino ed è per l'Europa un messaggio di speranza, che deve risuonare in tutti quelli che credono che la Politica sia una cosa seria, che comporta anche scelte difficili. Il primo impegno per tutti è convincere i cittadini a tornare alle urne per onorare la democrazia.