blog di luciano

Ted Kennedy

ted_kennedy.jpgNella vita di ciascuno di noi ci sono due livelli: uno consapevole e uno inconsapevole. Mentre del primo fa parte, ad esempio, il bagaglio culturale - inteso come studi e letture - che piano piano accumuliamo, il secondo - che finisce sempre per avere un carattere culturale - è composto da quell'insieme di fatti ed emozioni che si stratificano nel tempo.
La notizia, questa mattina alla radio, della morte dell'"ultimo" Kennedy, Ted, che era un politico importante pur vittima del confronto impossibile con il mito dei due fratelli, sembra per la mia generazione la fine di un'epoca.
Quando penso a quale memoria ho della mia infanzia, devo dire che gli omicidi - a distanza di soli cinque anni - di John e Robert Kennedy li ricordo benissimo proprio per le emozioni che suscitarono attorno a me. Erano anni molti diversi dagli attuali e ciò non credo sia solo dovuto al pensiero soggettivo che collega l'epoca giovanile in genere ad un periodo gioioso, ma alla constatazione che quegli anni Sessanta erano ancora anni di grande dinamismo sulla spinta di generazioni che avevano vissuto gli orrori della guerra e in quegli anni dispiegavano le ali con entusiasmo non sempre rinvenibile oggi.

Influenza A

grippe.jpgSul sito dell’Institut national de prévention et d’éducation pour la santé potete vedere il grande sforzo che le autorità francesi hanno iniziato da oggi, con una campagna d’informazione in grande stile, per contrastare i rischi della celebre "influenza A" (h1n1).
Mentre in Italia la ripresa post estiva non vede nessuna particolare azione che miri alla prevenzione, i francesi - analogamente ad altri Paesi del mondo - hanno deciso di spiegare come alcuni semplici gesti (come il lavarsi sovente le mani) possano evitare il contagio.
I mesi a venire ci diranno se davvero questa influenza risulterà o no perniciosa e a dir la verità l'Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) la considera già pericolosa, ma se è vero che l’informazione ha fatto scomparire la notizia nelle pagine interne, è altrettanto vero che certe notizie quotidiane sembrano mostrare come ci sia poco da stare allegri.

Lo lard

lardo_con_castagne.jpgNon so nella sua vita di veterinario quanti maiali d'Arnad abbia timbrato mio padre, in un'epoca in cui la macellazione familiare era la normalità.
Certo è che nella sua cinquantenaria carriera ha assistito alla nascita di un fenomeno: il "Lardo d'Arnad", prodotto di paese, si è piano piano affermato, diventando un "Dop" a livello europeo. Da simbolo di una cucina povera e di sussistenza è finito - l'ho visto spesso - in piatti di gran classe in cui il label di questo lardo era un elemento di distinzione.
Per cui «papparsi il lardo» è oggi un elemento positivo. Finisce in soffitta l'antico insulto «pappalardo» (in francese «papelard»), che un vecchio dizionario così definiva: "Bacchettone, che in pubblico si batte il petto e digiuna, e in segreto si pappa il lardo, cioè fa vita allegra".

La Svezia e Ikea

ikea_torino.jpgGli svedesi mi sono sempre stati simpatici. Da ragazzo frequentavo alcuni amici a Champoluc e ricordo quanto mi affascinasse l'uso consueto delle candele nelle loro case, essendo la luce una componente per nulla secondaria di una cultura che oscilla fra il buio pesto e il sole di Mezzanotte 
Poi, al Parlamento europeo, ne ho conosciuti parecchi, lavorando con loro e ho avuto negli anni diverse visite ufficiali o fatto piccole vacanze.
E' singolare che in Italia, come nel resto del mondo, si sia imposto lo stereotipo di una Svezia sempre ecologista e solidale. Esempio: se vai da "Ikea" sei fashion, se vai alla "Portaerei del Mobile" sei uno sfigato da truciolato e fòrmica.
E' illuminante il libro di Olivier Bailly, Denis Lambert e Jean-Marc Caudron "Ikea un modèle à démonter", pubblicato dalle "Editions Luc Pire" sotto l'egida di "Oxfam Belgio - Magasins du Monde", che smonta i miti costruiti attorno al politically correct di "Ikea".

Ramadan e rabadan

corano.jpgInizia il Ramadan dei musulmani, che sono ormai alcune migliaia in Valle, ma  devo dire che questo atto di culto è sottotraccia.
Confesso che era un po' che mi lambiccavo sull'espressione "rabadan", usata in patois per indicare rumori confusi o una persona piuttosto nulla.
Ora leggo che "al tempo delle Crociate alcuni Piemontesi si trovarono nei paesi arabi durante il mese del Ramadan: in quei giorni i Musulmani digiunavano e pregavano durante il giorno, per poi cenare tra feste e canti una volta calato il sole. Del Ramadan di ritorno in Italia i nostri ricordarono solo i momenti di baldoria e Rabadan divenne sinonimo di baccano e festeggiamenti.
Bizzarria dell’etimologia reinterpretata, il disciplinato ramadan islamico è diventato nella Svizzera Italiana, a Bellinzona, il Re Rabadan del Carnevale"
.
Contaminazioni culturali e chissà che una prossima pièce dello Charaban...

I Fulmini!

i_fulmini.jpgLa vita riserva delle sorprese. Giorni fa, mi squilla il telefonino e una voce femminile mi racconta una bella storia.
In prima elementare, avevo una compagna di classe siciliana che poi poco dopo lasciò la Valle e da allora, direi dal 1964, non ne avevo saputo più nulla. Era lei al telefono, che si ricordava di me e voleva salutarmi!
La sua famiglia (i genitori, un fratello e una sorella) ha creato in Germania un gruppo musicale, "I Fulmini", che ho trovato su "YouTube".
Incredibile la vita!

Badanti

badanti.jpgScatta, con gran sollievo a fronte del nuovo reato di clandestinità, la regolarizzazione delle badanti.
"Badante" è un crudo neologismo che racconta di come, in Valle d'Aosta come altrove, un vero e proprio esercito di donne extracomunitarie si trovi a fronteggiare l'emergenza anziani.
L'invecchiamento fenomeno di massa, che nella quarta età è quasi sempre decadimento fisico e mentale, ha manifestato l'impossibilità per le famiglie attuali di affrontare una emergenza sociale.
Per ragioni familiari, mi è capitato di "selezionare" parecchie badanti provenienti da diversi Paesi e ne sono rimasto colpito, perché si occupano - spesso diversissime fra di loro - dell'ultimo tratto di vita dei nostri cari, ma resta una professione indefinita e quasi casuale.
Una pezza alle reciproche disperazioni, sapendo che il pubblico verrà travolto dai vecchi longevi del "Baby Boom" e sarà bene organizzarsi in modo sempre più efficace.

Digitale terrestre

dtt_depliant.jpgIn ossequio ad una direttiva europea e all'evoluzione tecnologica, finisce in soffitta l'attuale sistema di trasmissione televisiva, quella che ci ha accompagnato sin dall'infanzia e passiamo al digitale.
Credo che dell'argomento, in un conto alla rovescia diventato infinito, in Valle si sia parlato sin troppo, ma ormai si è davvero agli sgoccioli e i tecnici stanno lavorando per il passaggio definitivo alla nuova tecnologia.
Personalmente penso che l'argomento non sia per nulla semplice e ognuno lo vede con la propria prospettiva. Il mio interesse è capire, alla fine, chi vincerà ed è evidente segnalare l'importanza che non ci si dimentichi degli spazi di trasmissione locale.
La diffusione del digitale si accompagna al successo crescente del satellitare, ma anche Internet non scherza. Ormai l'angolo televisivo sembra un albero di Natale e saranno il mercato e le abitudini degli utenti a dire la parola definitiva per una necessaria semplificazione.
Il palmare, che ho in tasca, dove convivono ormai telefonia, radio, televisione, giochi e molto altro ancora dimostra che l'integrazione è il destino ineluttabile in cui, tuttavia, abbiamo interesse che l'informazione locale, il volto della Valle d'Aosta nei nuovi media non scompaia!

Che caldo!

temperatura_caldo.jpgParlare del tempo fa fine e non impegna e appartiene alla categoria "varie ed eventuali".
Nel senso che può essere un classico da conversazione distratta o argomento utile quando ti capita di parlare con uno che non ti sta simpatico oppure vale come approccio o può anche essere una lunga discussione da compagnia con tanto di memorie personali, dati statistici e elucubrazioni sui cambiamenti climatici che investono la Terra.
Fatto sta che fa caldo, caspita che fa caldo anche qui in Valle d'Aosta!
La replica all'osservazione vede di fronte due opposti estremismi:
a) «non vedo l'ora che torni il freddo»;
b) «godiamocelo, perché poi viene il freddo».
In mezzo ci sono molte sfumature possibili.
Appartengo, specie in questi giorni canicolari, alla gategoria a).

Mistero

stambecco2.jpgSpero che si risolva questo mistero estivo sugli stambecchi.
Dice il Parco del Gran Paradiso, ente statale nel cuore della nostra Regione autonoma: «gli stambecchi diminuiscono a causa dei cambiamenti climatici».
Nulla di questo genere avviene nel resto del territorio valdostano, secondo gli studi della Regione.
Sullo sfondo - e qui la questione si fa sospetta per il momento scelto per la "rivelazione" - vi è la legittima proposta del Senatore Tonino Fosson di consentire un ragionevole prelievo dello stambecco. In chiaro: riaprire la caccia ad alcuni capi. Tema che già la Regione affrontò in passato - e ne sono testimone - con approfondimenti scientifici, visto che lo stambecco in Svizzera e in Sud Tirolo è cacciato.
Come mai lo stambecco diminuisce solo nel Parco o sono, viceversa, sbagliati i dati regionali?
Chi sbaglia paga, normalmente.
Per cui mi auguro che si faccia chiarezza per evitare che qualcuno ci marci, usando la notizia della difficoltà di "sopravvivenza" dello stambecco - ammesso che sia vera - per altri scopi.

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