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17 nov 2025

Frankenstein: dal gotico all’etica

di Luciano Caveri

In una rara serata solitaria, sul divano come un Fantozzi qualunque, mi sono goduto le 2 ore e 29 minuti del recente film “Frankenstein”, diretto dal celebre regista messicano Guillermo del Toro con uno straordinario Jacob Elordi nella parte della Creatura.

Presentato alla Mostra di Venezia, la critica - pur divisa nel giudizio complessivo - lo ha definito più un film gotico che un semplice film horror, in linea con il tono del romanzo originale di Mary Shelley.

L'origine della storia di “Frankenstein o il moderno Prometeo” di Mary Shelley è piuttosto affascinante e nasce da una sfida letteraria avvenuta in un contesto molto particolare e di certo con vista sulle Alpi, poiché si svolse a Ginevra sul Lago Lemano nella Villa Deodati, non visitabile perché prestigioso palazzo privato.

Era l’estate del 1816, un anno rimasto anche nelle cronache valdostane del tempo, perché si trattò di un anno senza estate a causa dell'eruzione del vulcano Tambora in Indonesia, avvenuta nell'aprile 1815. Questa eruzione, una delle più potenti mai registrate, rilasciò enormi quantità di cenere e gas vulcanici (in particolare anidride solforosa) nell'atmosfera, formando un velo di aerosol che bloccò parzialmente la luce solare. Questo fenomeno causò un raffreddamento globale e a Ginevra, come da noi, il tempo fu freddo e piovoso.

in quello scenario singolare e cupo, Mary Shelley, all'epoca diciannovenne, era ospite con il futuro marito, il poeta Percy Bysshe Shelley, a Villa Diodati, sul Lago di Ginevra, in Svizzera. I loro ospiti erano Lord Byron e il suo medico personale, John Polidori sul cui rapporto si è molto speculato. Per ingannare la noia causata dal tempo inclemente, Lord Byron propose una gara: che ognuno scrivesse un racconto dell'orrore.

Da qui il libro ”Frankenstein”, pubblicato per la prima volta in forma anonima nel 1818. Dalla stessa sfida nacque anche “Il vampiro” di John Polidori, che influenzò notevolmente le successive storie sui vampiri, altra rappresentazione del mostro che ci spaventa.

Il romanzo di Mary Shelley esplora temi profondi come la responsabilità della scienza e la conoscenza proibita, l'emarginazione sociale e il concetto di moderno Prometeo che apre nuovi orizzonti.

Lo scienziato Victor Frankenstein sfida i limiti della Natura per creare la vita, la celebre sua Creatura viene costruita con pezzi di cadavere e nasce usando scoperte scientifiche dell’epoca come l’elettricità.

Diventa ovvia l’analogia con il Prometeo mitologico, che rubò il fuoco agli dei. Zeus, infuriato, lo fece incatenare a una roccia sul monte Caucaso, dove un uccello gli divora il fegato ogni giorno, con l'organo che si rigenera ogni notte,

condannandolo a un tormento eterno (ma in certe versioni riesce a liberarsi...). Resta comunque dimostrazione di come, sin dalla mitologia greca, racconti di orrori fanno parte della fantasia umana.

Torniamo a Frankenstein! Come tutti, da vari film e travestimenti da Halloween, ho avuto un’immagine standard del mostro, chiamandolo sempre Frankenstein, che invece è il nome del fantoccio in carne e ossa protagonista e non della creazione da lui costruita.

Per la mia generazione ha contato di più degli adattamenti tenebrosi la spassosa caricatura del film Frankenstein Junior di Mel Brooks, che ogni volta che si rivede è uno spasso con frasi indimenticabili entrare nel linguaggio.

Quel che è certo è che i diversi film non solo hanno generato innumerevoli sequel, crossover e adattamenti, ma hanno anche garantito a Frankenstein un posto permanente nell'immaginario collettivo come simbolo della scienza senza etica e del mostro spaventoso e persino tragico, come in questo ultimo film, che è più fedele al romanzo originario e che ho trovato assai convincente.

Ma, al di là del gusto personale, quel che resta è la riflessione sulla scienza, i suoi limiti e la capacità umana di spingersi verso nuove frontiere. Così lo spunto di un film che tratta la materia con commozione finisce per farti riflettere su argomenti serissimi come la frontiera fra la vita e la morte, l’utilizzo degli organi per i trapianti, la medicina predittiva e gli studi sulla genetica, il desiderio umano di allungare la nostra vita con qualunque scoperta utile, le biotecnologie, i robot e l’Intelligenza Artificiale.

Se in un’estate uggiosa nacque un capolavoro letterario, il messaggio in esso contenuto, grazie al cinema, ritrova in questo 2025 un nuovo impulso, come la scarica elettrica che scatena la vita del mostro per eccellenza e la sua travagliata e dolente umanità.