Emergenza. La parola squilla come un allarme! Credo che sia capitato a tutti di trovarsi in situazioni di difficoltà, che ci obbligano a ragionare su come comportarsi.
Ho vissuto nel ruolo pubblico e naturalmente nella sfera familiare momenti di vigilanza e talvolta di pericolo.
È insita nella natura alpina una evidente rischiosità. Lo si vede in quanto avvenuto in queste ore in Valle d’Aosta.
Ho scampato per un attimo gli eventi che hanno investito parecchie zone e soprattutto l’ingorgo impressionante sulle strade. Ero in viaggio verso l’aeroporto di Torino proprio mentre imperversava una pioggia battente, poco prima che l’autostrada venisse chiusa. Sul tratto fra Quincinetto e Torino non riuscivo a trovare uno straccio di informazioni sul Web.
Intendiamoci subito, facendo un passo indietro: se si scorrono le cronache scritte, da quando esistono, si evidenzia come la comunità valdostana, lungo i mutamenti dal post glaciazione in poi, sia sempre stata conscia di come la vita fosse minacciata da fenomeni naturali aggressivi. La vita, già ben più corta di oggi (fa impressione come sia cambiata l’aspettativa di vita!), doveva fare i conti con molte possibili minacce.
Oggi, nel solco di questa storia millenaria, registriamo un’evidenza, che aumenta certi timori. I fenomeni meteorologici diverranno sempre più violenti e frequenti. Sono stato testimone della progressiva crescita della Protezione civile valdostana e dello sforzo in particolare della Regione e dei diversi Comuni per opere di contenimento, sapendo che grava sull’intero territorio quanto consegue al cambiamento climatico.
Tuttavia, bisogna rendersi conto che non esiste il cosiddetto rischio zero: all’indomani di certi fenomeni che possono essere anche luttuosi, si aprono sempre delle polemiche sul fatto se si potesse o no evitare quanto avvenuto.
La ricerca delle responsabilità oggi deve fare i conti con l’indeterminatezza delle conseguenze di eventi, che obbligano a migliorare sempre più i sistemi di allertamento e di informazione. Centrali sono le informazioni meteo.
Mi spiace di non essere riuscito in questi anni, occupandomi dell’innovazione digitale, a concretizzare un’idea che ritengo utile. L’evoluzione dei nuovi sistemi di comunicazione, grazie al telefonino che abbiamo sempre con noi, consente di personalizzare in modo puntuale sul territorio messaggi di Alert che possono salvare le vite.
Come comportarsi di fronte a fenomeni naturali distruttivi deve prevedere sempre più modellistiche di intervento e capacità di comunicare da parte delle autorità l’evoluzione delle conseguenze di certi eventi.
Per questo credo che i tempi siano maturi per avere una radio Web pubblica che, anche con l’uso di una App, sia in grado di fornire tutte le informazioni necessarie in tempo reale in Valle d’Aosta. Questo prevede una struttura apposita, che eviti logiche autoreferenziali nelle azioni di soccorso e supporto, quando risulta evidente che è centrale la tutela dell’incolumità dei cittadini.
La pianificazione delle emergenze - penso anche a quanto avvenuto con il Covid - è ormai una scienza e per questo bisogna fare in modo di essere pronti non solo nell’approntare e efficientare i diversi servizi da impiegare quando necessario. Ma anche - nella centralità della comunità - spiegare bene cosa fare a seconda delle emergenze da affrontare.
Un impatto che diventa ancora più delicato in popolazioni come quella valdostana, quando - come sta avvenendo - si ha un calo demografico cui corrisponde un progressivo invecchiamento, che significa un numero crescente di persone più fragili.
Temi complessi, cui non si può sfuggire.