Ogni tanto, in questo mondo sempre più difficile da capire, mi viene in mente Blaise Pascal, uomo di vasta ed eterogenea cultura, che dal XVII, secolo, ci proponeva nelle sue Pensées due forme di conoscenza: l’esprit de géométrie e l’esprit de finesse.
Lo spirito di geometria viene descritto come il metodo razionale, logico, deduttivo e analitico, tipico della matematica e della scienza. Si fonda su principi chiari, dimostrazioni rigorose e deduzioni consequenziali.
Invece, lo spirito di finezza è un’intuizione immediata e sottile che coglie la complessità della realtà senza bisogno di dimostrazioni. È la capacità di percepire la verità nei dettagli, nelle sfumature, nelle emozioni, tipica della sensibilità umana e dell’esperienza.
Non torno sulle dispute filosofiche dell’epoca (sono un cartesiano, ma non ho paura di citare Pascal), che sono dimostrazione di come certe élites intellettuali abbiano forgiato il pensiero occidentale, trovo però che ci siano ispirazioni che dal passato ci consentono di leggere la realtà attuale.
Pensiamo proprio all’irrompere dell’Intelligenza Artificiale, tema di cui mi occupo nel lavoro nel settore digitale che ho come delega politica e amministrativa.
Questa nuova tecnologia che sta irrompendo nella nostra quotidianità influenza ormai la nostra vita. Sia in senso attivo e cioè nell’uso che ciascuno fa nel piccolo o nel grande, secondo le proprie attività. Sia nel senso passivo e cioè che subiamo per il loro uso che ricade su di noi come persona, come cittadino, come utente.
Per puro divertissement ho chiesto a ChatGPT, nella sua versione basica, questa mia distinzione proposta. Uso attivo dell’IA. Si verifica quando un individuo o un’organizzazione utilizza l’IA in modo consapevole per svolgere un compito, prendere decisioni o risolvere problemi. È caratterizzato da un’interazione intenzionale con i sistemi di IA. Esempi: Creazione e produzione: usare strumenti come ChatGPT per generare testi, immagini o codice.
Automazione: impiegare l’IA per automatizzare processi aziendali, come la gestione delle scorte o il servizio clienti.
Analisi e decision-making: utilizzare IA per analizzare dati e trarre conclusioni, ad esempio nelle previsioni finanziarie o nella diagnostica medica.
Interazione diretta: guidare un chatbot, programmare un’intelligenza artificiale o personalizzare un algoritmo.
Ecco, invece, l’uso passivo dell’IA. Accade quando si subisce l’influenza dell’IA senza un’interazione diretta o consapevole. L’IA lavora in background, influenzando scelte e comportamenti.
Esempi: Personalizzazione dei contenuti: gli algoritmi dei social media o delle piattaforme di streaming suggeriscono contenuti basati sulle preferenze.
Pubblicità mirata: le aziende usano l’IA per profilare gli utenti e proporre annunci personalizzati.
Filtraggio delle informazioni: i motori di ricerca e i feed di notizie selezionano ciò che si vede online, influenzando l’opinione pubblica.
Sorveglianza e riconoscimento: telecamere intelligenti e sistemi di monitoraggio raccolgono dati senza che le persone ne siano pienamente consapevoli.
Torno a scrivere io con farina del mio sacco!
Bisogna assolutamente che ci si renda conto della forza della “finesse” e cioè quell’insieme di emozioni, sensazioni, sensibilità, sentimenti, pathos e l’elenco potrebbe continuare con tanti altri possibili aspetti , che sono e restano peculiarità umana.
Questa, per me, oggi resta l’insostituibile forza dell’Umanità..