Da poco ho parlato dei 100 anni della Radio e della manifestazione pubblica che si sarebbe tenuta ad Aosta. Nella brevità del mio intervento, ho dimenticato di approfondire la questione della famosa Radio Mont Blanc, che trasmetteva Oltralpe dalla Valle d’Aosta e devo dire due cose in premessa.
Negli archivi RAI di Aosta ci sono diversi miei reportage che dal 1980 in poi ricordano la vicenda, quando ci sono state notizie e polemiche. Ricordo che con un troupe sorvolammo per fare delle riprese il Monte Bianco e il perché si capirà tra poco.
La seconda questione è che un ruolo centrale ebbe (verrà ancora citato) un valdostano di Gaby, Mario Stevenin, amico di mio papà, che era assai introdotto in Francia e di cui conobbi tutta la famiglia. Si diceva all’epoca, per certi suoi contatti importanti fosse persino legato ai servizi segreti e per questo fosse stato essenziale nel montare l’operazione.
Su di un sito specializzato del settore Newslinet.com trovo una ricostruzione avvincente e completa della storia, da cui trarrò parecchie notizie e ringrazio i responsabili. Così l’inizio: ”Tutto ha inizio quando Gerard Stuffell, produttore discografico francese stanco di combattere i colossi della musica per ottenere passaggi musicali sulla radio francese, le cui playlist erano, manco a dirlo, in mano alle major, complice l’avvenuta liberalizzazione dell’etere radiotelevisivo italiano, decide di impiantare una stazione FM con base ad Aosta per illuminare il territorio francese godendo delle opportunità radioelettriche offerte dalle altissime montagne a disposizione.
Con l’ausilio di un giovane ingegnere aostano, Gianni Peruzzi – che ha appena contributo al lancio di Radio Aosta 102, stazione locale italiana bilingue diretta da Mario Stevenin – Stuffel entra nel capitale della nuova emittente con l’idea di realizzare una radio altamente professionale in lingua francese (il progetto è di chiamarla Radio Canal Blanc) che, con base giuridica in Italia, possa illuminare il prospiciente territorio francese (Svizzera Romanda) con dotazioni tecniche di grande innovazione ed altissime prestazioni radioelettriche”.
Prosegue l’articolo: ”Gli ingenti finanziamenti necessari per l’operazione non sono un problema: gli editori della carta stampata Bernard e Laurent Mossu(La Messager) e Jean Claude Nicole (direttore del quotidiano ginevrino La Suisse, che qualche anno dopo avrebbe realizzato anche l’audace progetto della tv satellitare Tel-Sat), insieme all’imprenditore Marcel Fournier (cofondatore, azionista e dirigente del gruppo francese attivo nella grande distribuzione Carrefour) ed al pubblicitario Marcel Bleustein Blanchet, fondatore e ceo di Publicis, una delle più importanti agenzie pubblicitarie del mondo, interessato ad assumere l’appetibile gestione commerciale della radio (Radio France, Radio Monte Carlo e la privata Europe 1 in quel momento si spartiscono un lucroso mercato che ha margini di crescita enormi), garantiscono il loro appoggio economico (e in qualche modo politico).
”I pirati” godono anche dell’avallo dell’influente quotidiano Le Dauphine Liberé, i cui giornalisti, nei progetti, forniranno i contributi informativi all’emittente. La parte più importante del progetto, quella tecnica, è studiata da Peruzzi insieme a tecnici tedeschi e francesi e consiste nella collocazione dell’impianto FM a 3930 metri di quota, in località l’Aiguilles de Trélatête (detta anche Tré-la-Tête), una montagna di roccia e ghiaccio posta sul confine italo-francese nelle Alpi del Monte Bianco (Massiccio di Trélatête)”.
Quanto vidi coi miei occhi in una giornata di sole su di un elicottero Lama che sorvolò quella cima!
Spiegate bene gli aspetti tecnici e illustrato lo staff prestigioso, lo stesso articolo spiega che ”le trasmissioni ufficiali partono nel primo trimestre 1981 dagli studi di Aosta e da quelli di Ginevra (dove un team di sei persone registra alcuni programmi successivamente instradati dalla sede in Val d’Aosta) e l’emittente attira immediatamente le attenzioni della concorrenza pubblica e privata francese. Ma soprattutto quelle dell’appena insediato governo di Francois Mitterand (eletto presidente della Repubblica il 10 maggio 1981, battendo il presidente uscente Valéry Giscard d’Estaing), che non gradisce ingerenze estranee ed incontrollabili (ancorchè di matrice evidentemente commerciali).
Era un progetto interessante anche sul piano turistico, posto che – ricorda un ascoltatore – “invogliava a visitare la Valle d’Aosta e univa le regioni arpitane della Valle d’Aosta, Savoia, Svizzera Romanda, regione di Lione, ecc. Ci sentivamo in un’unica regione e c’era un po’ di magia nella cancellazione delle frontiere“.
Lo stesso articolo spiega bene come nacque un caso internazionale e piano piano la Francia, benché la radio godesse del silenzio italiano e di amicizie in Valle d’Aosta (il Presidente valdostano dell’epoca, Mario Andrione, difese sempre l’operazione) si giunse poi alla fine della storia di questa emittente.
L’articolo dettaglia: ”La soluzione messa a punto dagli uomini di Mitterand è semplice quanto lapidaria: oscurare le emissioni di Radio Mont Blanc mediante l’attivazione di impianti isofrequenziali interferenti le emissioni provenienti dall’Italia su 102,300 MHz. Detto e fatto: dalla fine del 1981, con l’attivazione di strategici diffusori inibitori in territorio francese da parte della TDF (TéléDiffusion de France, sezione dell’Office de radiodiffusion télévision française), l’emittente RMB102 diviene inascoltabile in gran parte del proprio bacino peculiare, vanificando l’impresa che, fondandosi esclusivamente su proventi della pubblicità, collassa”.
In calce all’articolo interviene per scritto un ascoltatore che sposta ad anni successivi la fine definitiva per questa emittente ”valdostana” e penso in effetti che sia stato così. Al di là del periodo breve della sua vita e in fondo del fallimento di questa ambiziosa operazione, Radio Mont Blanc resta un capitolo essenziale nella storia della radiofonia valdostana.
La parola fine è avvenuta di fatto quando l’antenna posta sulle Aguilles de Trélatête venne smantellata per un ripristino ambientale nel 2002