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20 giu 2024

Uno sguardo alla Maturità

di Luciano Caveri

L’esame di Maturità è una specie di fantasma che ci insegue nella vita. Sarà perché è un passaggio annuale, che scandisce la fine dell’anno scolastico, che ti fa tornare indietro nel passato, quando si era poco più che ragazzi.

Oggi non si boccia più, ma un tempo queste forche caudine erano ben altra cosa. Una specie di cimento verso la vita adulta. Per capirci - permettetemi un tocco scherzoso - nell’isola di Pentecoste nell’Oceano indiano gli adolescenti della tribù Sa devono esibirsi nel rituale del Naghol (tuffo a terra) per poter diventare ufficialmente grandi. Questo rituale ha ispirato il bungee jumping. I giovani, legati solo con liane, si devono lanciare da torri di legno alte più di 30 metri.

Ma torniamo alla Maturità, che non prevede prove fisiche. Ogni anno le tracce proposte finiscono per permettermi di chiedermi che cosa avrei fatto e soprattutto quale degli spunti avrei seguito per scrivere.

Seguo l’ordine di presentazione dei temi proposti. Sulla guerra - uno degli argomenti papali nelle previsioni - si presenta al candidato una delle tante poesie di Giuseppe Ungaretti sulla sua esperienza nel corso della Prima guerra mondiale. Partire da dei versi per risalire alla sofferenza umana può essere interessante, ma rischioso nella palude della geologica attorno ad Ucraina e al Medio Oriente. Allarme rosso, anche se sembra più emergere un aspetto intimistico della guerra e della sofferenza umana.

Segue un brano da Luigi Pirandello, che ha molto scritto e sempre con grande acume, che si occupa della tecnologia, ma si sente l’aria dei suoi tempi ed è difficile riportarsi all’attuale rivoluzione digitale. O uno conosce l’opera da cui è tratto il testo oppure meglio lasciare perdere. Rischio fuffa.

Stimolante un brano di Giuseppe Galasso sull’incombenza della guerra nucleare, minaccia in epoca della guerra fredda, oggi assai incombente per i conflitti in corso. Bisogna avere una buona conoscenza della genesi della bomba atomica e del contesto attuale. Non facile.

Buono per tutte le stagioni il testo di Maria Agostina Cabiddu, che parla di beni culturali, patrimonio artistico e paesistico. Chi ha proposto il brano sembra ignorare la riforma costituzionale recente a tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi. Si sono dimenticati?

Segue un brano di Nicoletta Polla Mattiot su silenzio e comunicazione. Carino nel tempo del bailamme dei media vecchie e nuovi, ma quanto scritto come spunto non pare granché. L’avrei fatto con qualche inquietudine. Ci avviamo alla fine. Eccoci ad una riflessione di Rita Levi Montalcini come l’imperfezione, capendone il messaggio. Mica facile e a rischio bla bla.

Ultima traccia di Maurizio Caminito sulla rivoluzione digitale e come ci si pone nel mondo dei Social e affini, specie nella rappresentazione che ognuno di noi offre, rispetto a strumenti del passato, come i vecchi diari. Anche questo sarebbe stato nelle mie corde.

Insomma: c’era materiale per tutti i gusti e complessivamente non male.

Resta, fuor di argomento specifico, una riflessione sugli esami di Maturità e sulla vecchia questione del valore legale di questo passaggio per gli studenti delle Scuole superiori. Sicuramente bisognerebbe intervenire, ma - lo dico per un’esperienza fatta come politico nel settore - la scuola non ama le innovazione e mai si è avuto il coraggio, in un mondo sindacalizzato allo spasimo, di avere vere e profonde riforme. Si procede purtroppo a spizzichi e bocconi, seguendo quasi sempre idee e talvolta paturnie del Ministro di turno. Questo crea confusione e nessun miglioramento di fondo. Un languire che preoccupa, mentre il mondo avanza e ci sopravanza.