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09 mag 2024

Storie di coltellini

di Luciano Caveri

Mi sono sempre piaciuti i coltellini. Il numero uno per noi montanari è sempre stato l’Opinel.

Il bel sito Internet della fabbrica savoiarda racconta la storia della famiglia, partendo dal 1800, quando quel territorio, come la Valle d’Aosta, faceva parte dei possedimenti di Casa Savoia e dunque eravamo nello stesso Paese. Ecco gli esordi: “Victor-Amédée Opinel, venditore ambulante, impara a forgiare dei chiodi durante i suoi giri. Apre il suo primo laboratorio da fabbro a Gevoudaz, frazione di Albiez-le-Vieux, vicino a Saint-Jean-de-Maurienne. Suo figlio Daniel lavora successivamente al suo fianco e riprende il laboratorio alla morte del padre. Diventerà un "taillandier" (fabbricante di utensili da taglio)rinomato molto apprezzato dai paesani”.

Il passaggio è nel 1890: “Nel 1890, Joseph Opinel ha 18 anni e lavora nel laboratorio di strumenti da taglio di famiglia. Appassionato di nuove macchine e tecniche, costruisce da sé una macchina fotografica e diventa rapidamente il fotografo di matrimoni ed eventi nel suo paese. La sua passione per le macchine e i processi di produzione lo induce a inventare un oggetto che intende realizzare con tecniche moderne. Contro il consiglio del padre, che amava l'artigianato e diffidava delle macchine, Joseph passa il tempo libero ad affinare la forma e la fabbricazione di un coltellino tascabile: nasce l'Opinel!”. Da lì in poi l’azienda galoppa verso il futuro e nel 1915 si radica a Chambéry. Nel 1989 un passaggio storico: ”Opinel fa parte del patrimonio culturale francese e viene citato in molte opere. Nel 1989, la voce Opinel viene inclusa nel dizionario francese Larousse, allo stesso titolo delle marche Bic, Frigidaire e Solex, come nome depositato e con la seguente definizione: Coltello pieghevole con manico in legno, dotato di una scanalatura che funge da alloggiamento della lama in posizione di chiusura”. In questo millennio si passa dal coltellino alla coltelleria con la nascita di veri e propri negozi con il marchio.

Per capire il radicamento basta visitare la Fiera di Sant’Orso valdostana per vedere come l’Opinel viene nella sua impugnatura modificato dagli artigiani valdostani.

L’altro grande protagonista in zona alpina, con una risonanza addirittura mondiale è il famoso coltellino svizzero multiuso Victorinox ( stabilimenti di Ibach-Cantone di Schwyz e di Delemont - Cantone di Jura). Io stesso ne possiedo uno da moltissima anni e me lo porto nello zaino quando vado in montagna con grande fierezza.

Ahimè - questa la novità che colpisce - l’azienda elvetica è ormai lanciata nella logica crescente, che sembra uno scherzo, di togliere la lama - cioè il coltellino! - nella logica multitasking.

Così si legge sul sito della Radiotelevisione svizzera: “Dans certains marchés, la lame est associée à une image d'arme", relève lundi Carl Elsener, le directeur de Victorinox, dans une interview publiée par Blick. Ainsi, en Grande-Bretagne et dans certains pays asiatiques, seules les personnes qui en ont besoin pour leur travail ou pour des activités dans la nature peuvent encore porter un couteau sur elles. Dans les villes, le port de couteaux de poche est fortement limité. Dans les faits, le fabricant vend déjà certains modèles sans lame, notamment pour les voyageurs en avion. Dans l’UE et en Suisse, les couteaux avec une lame de plus de 6 centimètres sont en effet interdits en bagage cabine”.

Ma ci sono state influenze ben più…globali: “Ce n'est pas la première fois que l'entreprise est confrontée au durcissement de la réglementation. Après les attentats du 11 septembre 2001 aux États-Unis, le chiffre d'affaires des couteaux de poche a chuté de plus de 30% du jour au lendemain”.

Per seguire le evoluzioni del mercato bisogna perciò essere inventivi e Vittorinox ci sta provando!