Non si picchiano gli studenti nei cortei, perché è una scelta priva di qualunque logica e bene ha fatto il Presidente della Repubblica, quel galantuomo di Sergio Mattarella a dirlo. Tocca a lui, per fortuna, vigilare sulle regole costituzionali e lo fa con elevata competenza.
Semmai il problema è un altro. I ragazzi che sfilano, in una visione del tutto unilaterale contro Israele, sono davvero informati o agitano la questione palestinese per sentito dire, con un oblio inquietante di che cosa siano Hamas e compagnia?
Lo stesso vale per chi sfila per caldeggiare il cessate il fuoco in Ucraina con grandi discorsi filosofici. Hanno idea che certo pacifismo che così semplifica quadri complessi significherebbe in questo momento agevolare la logica espansionista di Putin?
Sono stato un liceale pieno di ardori politici e devo dire che ex post riconosco che spesso ci si mobilitava su temi che adulti, specie professori militanti, ci offrivano su di un piatto d’argento e noi dietro come pecore belanti. Penso alla mobilitazione contro lo Scià di Persia e le lodi al “rivoluzionario” Khomeyni e oggi, guardando all’Iran, mi chiedo quanto fossi un cretino. Idem per certo antiamericanismo allora come oggi, che dipinge gli Stati Uniti come il diavolo con residui patetici di terzomondismo d’accatto e cascami di ideologie sconfitte dalla realtà.
Questo non giustifica i manganelli e le violenze, intendiamoci, ma pone interrogativi su cui riflettere sui “cattivi maestri” che nel post Sessantotto e poi attorno al 1977 generarono fenomeni di estremismo violento e di terrorismo crudele a sinistra e a destra. Vedo nelle trasmissioni televisive agitarsi personaggi che mi immagino benissimo in questi panni e li riconosco a distanza questi tizi che semplificano le cose e propagano ricostruzioni faziose e infondate.
Non si scherza con il fuoco e con la fragilità culturale dei ragazzi, canalizzando le loro rabbie in percorsi che certo aiutano a crescere per i più coscienti alla ricerca della propria personalità, ma rischiano di imprimere il seme della violenza in chi finisce per non ragionare con la propria testa e perdere il controllo. Basta vedere nelle manifestazioni pacifiche la solita quota di distruttori dal volto coperto e le spranghe in mano che servono da paravento e la loro è delinquenza comune - questa sì da reprimere duramente - per i loro atti.
Per cui benissimo indignarsi e considerare intollerabile ogni violazione del diritto di manifestare e di esprimere il proprio pensiero, ma attenzione che non ci siano in giro burattini che finiscano per essere vittime di burattinai pericolosi. Si sa dove si comincia e non si sa dove si finisce, come dimostrano tragiche vicende già viste.