C’è una triste verità, visibile moltissimo nelle cronache giornalistiche: si parla più del Male che del Bene. Fate la prova scorrendo un qualunque quotidiano o guardando un telegiornale. La cattiva notizia fa notizia più della buona notizia. E non solo ed è una vecchia storia per l’aspetto consolatorio del trito e ritrito “mors tua, vita mea”, ma esiste ormai qualcosa di così assodato da considerarsi la normalità. Aggiungerei che questo vale quando si fa il bilancio dell’anno passato a tutti i livelli e scatta questa medesima sindrome. Non che questo 2022 sia stato fulgido, ma solo il nero, il pessimo, il macabro non è l’unica strada percorribile. In parallelo, nella vita quotidiana, finiamo per occuparci troppo delle persone o delle situazioni che ci sono ostili a detrimento di chi ci vuole il bene o delle cose belle. Si finisce quasi per dare per scontato quanto ci fa piacere e ci fa star bene e sembra a tratti che ci occupiamo più dell’odio che dell’amore nelle sue diverse declinazioni. Una sorta di rappresentazione grand guignol che incupisce. Ha scritto Nathaniel Hawthorne: “È vessata e non risolta questione se l'amore e l'odio non siano in fondo la medesima cosa. Per il suo completo sviluppo ognuna di queste due passioni presuppone un alto grado di intimità e conoscenza del cuore, ognuna rende un individuo dipendente per il cibo dei suoi affetti e della sua vita spirituale da un altro, ognuna lascia l'appassionato amante, o il non meno appassionato odiatore, miserabile e desolato, quando gli venga sottratto l'oggetto delle sue cure. Perciò, considerate dal punto di vista filosofico, le due passioni sembrano intimamente affini, se non per il fatto che l'una si manifesta in una celeste radianza, l'altra in un cupo e sinistro bagliore” Ricordate quel Odi et amo significa letteralmente "Odio e amo"? Queste parole costituiscono l’incipit e il titolo del Carme 85 del poeta Catullo e si tratta forse dell’epigramma più noto di tutto il suo Liber, o Carmina, una raccolta di poesie in vario metro. È questo uno dei temi più comuni nella letteratura mondiale di ogni tempo, ma Catullo ovvero qualcosa in più, ovvero, oltre alla consapevolezza della difficoltà, si avverte anche la triste constatazione che tale difficoltà nasce indipendentemente dalla volontà umana. Così ha tradotto Quasimodo: Odio e amo. Forse chiederai come sia possibile; non so, ma è proprio così e mi tormento. Ma credo che la bilancia - nell’insieme dei rapporti sentimentali e di amicizia che ruotano attorno all’amore - sia ora almeno di farla pendere non solo dalla parte tragica. È ora di dire basta con il mondo solo alla rovescia. Non esaltiamo, come unici elementi discordia, disaccordo, contrasto, attrito, dissidio, divisione, lotta, conflitto, contesa, dissapore, screzio. Non si tratta di edulcorare la realtà che prevede tutta la mercanzia appena citata e di vedere chissà quale Paradiso, ma parlare solo dell’Inferno alla fine non serve. Mi parrebbe un buon proposito per il 2023.