È di queste ore lo scatto in avanti di CVA, l’azienda elettrica valdostana, che rappresenta una solida certezza per la comunità valdostana. Uscita quest’anno dalla Madia, che ne ingessava l’operatività e rendeva quasi impossibili acquisizioni esterne, in tempi rapidi i vertici della Società hanno con tempismo acquisito una significativa società del fotovoltaico presente in molte Regioni italiane con impianti esistenti, già autorizzati o in fase di progettazione. Un colpo di notevole portata che completa anzitempo il piano industriale all’orizzonte 2025, senza dimenticare operazioni di revamping, cioè di ammodernamento e di potenziamento massiccio della produzione, di centrali elettriche quali Hône 2 e Chavonne. Non entro nei termini numerici dell’operazione appena annunciata perché non è questa la sede. Mi limito a sottolineare che CVA è la partecipata regionale maggiormente strategica in questa fase sia per il suo peso economico (che si traduce per la Regione in dividendi e tassazion) sia per la politica commerciale che dimostra costantemente attenzione al territorio e la recente proroga degli sconti ne è la dimostrazione. L’operazione rafforza la CVA, che diventa protagonista indiscussa sul mercato italiano nel settore delle rinnovabili, considerato strategico da tutti i documenti europei e non solo. Così accanto al tradizionale idroelettrico radicato in Valle cresce moltissimo il fotovoltaico e l’eolico è la terza gamba su cui poggiano i piani industriali, guardando anche in prospettiva allo sviluppo dell’idrogeno verde, che rappresenta l’avvenire. Scelta lungimirante quella appena avvenuta, condotta con grande rapidità dai vertici societari per crescere, come necessario, per evitare una taglia troppo piccola della Compagnie in vista di futuri investimenti. Ho compartecipato, soprattutto da deputato, alla nascita di CVA, profittando delle direttive comunitarie di liberalizzazione del settore elettrico e facendo rivivere in legge le nostro competenze su acque e il loro sfruttamento per l’elettricità, vanificate all’epoca della nazionalizzazione. Un vulnus profondo che venne sanato proprio con l’acquisto da parte della Regione di centrali e dighe da Enel con contatti tecnici e politici difficili, ma andarono a buon fine. Negli anni la società è cresciuta bene e ora l’evidente svolta con un’operazione industriale e finanziaria giunta al momento giusto. Questa acquisizione impatta in un periodo in cui la guerra in Ucraina pesa sul mercato elettrico, facendolo a tratti impazzire, dimostrando che bisognava reagire con coraggio investendo. L’orizzonte ora riguarda la scadenza delle concessioni, che dovrà avvenire con trasparenza e correttezza da parte della Regione nel rispetto delle norme di concorrenza. Sapendo, come logica generale, quanto l’acqua sia importante per la nostra Regione, come risorsa per il futuro nei suoi plurimi usi, compresa l’energia mai come in questo momento oggetto di attenzione in Valle d’Aosta per tutti per le implicazioni che dicevo legate agli aumenti energetici. In ogni sede politica, piccola o grande, tutto ciò è da ricordare e CVA ne ha piena consapevolezza.