Twitter, se Elon Musk il bizzarro inventore milionario, non farà pasticci, resterà un insostituibile mezzo di comunicazione sia per la rapidità del mezzo sia per il concatenamento di notizie che possono offrire in modo sintetico informazioni dal mondo. Penso a casi come la rivoluzione iraniana in corso e le cronache in pillole efficacissime del giornalista di Radio Radicale, Mariano Giustino, che si erge con il suo lavoro puntuale su di una informazione italiana che non segue con il giusto impegno quanto sta capitando in Iran. Le piazze mobilitatesi in Italia per il movimento di ribellione al regime iraniano sono state incredibilmente vuote in un Paese dove ci si mobilita per vicende neanche comparabili per la gravità di violazione dei più elementari diritti civili e umani. Ne ha scritto su Repubblica con equilibrio Sofia Ventura: “La rivolta che in Iran assomiglia sempre più a una rivoluzione è nata come la sfida di una generazione contro un regime. Una generazione che, come ci spiegano gli analisti, sta portando dalla propria parte sempre nuovi gruppi. Contro un regime teocratico che ha fatto dell'Islam un'ideologia da utilizzare come motore per la trasformazione della società e dell'individuo e come legittimazione di un potere feroce e disumano. Ferocia e disumanità che si palesano oggi di fronte a giovani imprigionati, torturati, picchiati, giustiziati. A migliaia, ormai”. Un moto di rabbia e di impotenza scuote chiunque di fronte all’efficacia di queste frasi. Ancora Ventura: “Giovani che non hanno conosciuto nella loro esperienza che l'umiliazione della donna e la repressione dei liberi comportamenti e del libero pensiero, ma che in quanto parte del mondo tecnologico e globalizzato contemporaneo, figli di una società colta e avanzata nonostante la coltre oscurantista calata su di essa più di quarant'anni fa, ben sanno che un'altra vita è possibile. E a costo della loro incolumità, da quasi due mesi non smettono di animare università, strade, piazze con le loro proteste e i loro sberleffi al potere teocratico”. Come reagisce l’Europa, che ha accolto in questi anni tanti fuggitivi che hanno evitato di finire ammazzati? Così commenta l’autrice dell’articolo: “Macron ha incontrato alcuni dissidenti iraniani e ha espresso il suo appoggio all'azione coraggiosa di chi si sta rivoltando in Iran in nome di valori che rappresentano l'emblema della nostra stessa civiltà. Tuttavia, leader politici e capi di Stato e di governo europei perlopiù sonnecchiano, l'Unione Europea esprime il proprio sostegno per voce di Von der Leyen, ma non va molto oltre. Vittime, evidentemente, di una malintesa concezione della realpolitik, la stessa che, unita al relativismo sui valori fondamentali, ad esempio, nel 2017 portò l'allora Alto rappresentante dell'Unione per gli Affari esteri Federica Mogherini a recarsi in Iran coperta da quel velo che rappresenta la sottomissione e l'emarginazione della donna e viene oggi bruciato dalle giovani iraniane che rivendicano la dignità dei loro corpi. Le opinioni pubbliche paiono più ricettive, ma non in Italia. Un Paese vecchio anagraficamente e nelle sue prospettive e incapace di condividere questo nuovo anelito di libertà, come ha osservato Carmelo Palma su Linkiesta. Ma anche un Paese ancora malato di Terzomondismo che sceglie i diritti e le libertà da difendere a seconda di chi li conculca. E analogamente, attraverso politiche e intellettuali di punta, condanna ciò che rimane del patriarcato in Occidente e distoglie lo sguardo da sistemi dove il patriarcato, in una forma violenta e fanatica, costituisce l'essenza del regime”. Da qui un appello alla Meloni, che dovrebbe far capire l’autorevolezza del Presidente del Consiglio: “La nostra Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, espresse il suo dolore per la morte di Mahsa Amini e il sostegno alle donne in Iran in settembre. Per poi dedicarsi ad altri temi, sino a ieri (martedì 22 novembre), quando in un video messaggio per un incontro sulla violenza delle donne ha elogiato il coraggio delle iraniane. Meloni da mesi si sforza di convincere della sua accettazione piena dei valori occidentali e da sempre denuncia le ipocrisie del nostro mainstream culturale. Quale migliore occasione per rendersi credibile e rendere credibili le sue critiche che andare oltre qualche occasionale riferimento e fare degli eventi iraniani un tema della sua parola pubblica, anche assumendo in Europa l'iniziativa di un più deciso sostegno a chi in Iran combatte e muore per la libertà?”. Vedremo il seguito.