Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
17 nov 2022

Basta con questi filorussi

di Luciano Caveri

Non capisco come diavolo si possa essere filorussi. Sono stupefatto ogni volta che guardo i Social e spuntano personaggi di vario genere con profili spesso agghiaccianti, che insultano pesantemente chiunque osi condannare la Russia e esprimere la propria solidarietà all’Ucraina. Se ne leggono di tutti i colori da tutti i colori di provenienza non solo con devozione verso Putin, ma deformando la realtà con una logica di controinformazione che dovrebbe far vergognare chi l’adopera, fatti salvi i matti che pure ci sono in giro e a cui per pietà si deve consentire qualunque cosa e capendo, invece, molto bene chi - prima o poi lo sapremo - si attiene al famoso detto “pecunia non olet”. Mi faceva sorridere amaro quanto scritto dal Foglio che con grande abilità si è interessato di un altro quotidiano, che neppure viene stampato a Mosca: “Una lettura come quella del Fatto quotidiano è ormai un’esperienza che nel mondo non si riesce a fare neppure in cirillico. Vladimir Putin è invitto, le sanzioni non gli fanno un baffo e il suo esercito avanza anche quando indietreggia, mentre l’Ucraina è allo sfacelo e Zelensky sta per essere scaricato dai suoi alleati occidentali che sono ormai sull’orlo del default. “Biden fa filtrare di aver chiesto a Zelensky di abbassare le penne anzitutto sulla Crimea”, scrive Marco Travaglio, e “il generale Inverno aiuterà i russi a riorganizzarsi per scatenare controffensive o mantenere lo stallo che ancora li avvantaggia”. Perché “la Russia non è collassata per le sanzioni (che rischiano di far collassare noi), il mastodontico invio di armi all’Ucraina – sempre più misera, ma assurta a seconda potenza militare del continente – e la sua controffensiva hanno appena scalfito il controllo russo sulle quattro regioni occupate e annesse”... “. Lo stesso Travaglio dice le stesse cose in Televisione e non solo ai suoi scarsi lettori del suo quotidiano da sempre legato ai pentastellati e lo stesso vale per personaggi filorussi senza arte né parte chiamati sullo schermo come maîtres à penser. Annota il Foglio: “In realtà, il sostegno occidentale a Zelensky è saldo e l’Ucraina ha liberato complessivamente circa 74.443 chilometri quadrati di territorio occupato dalle truppe russe (un’area pari al 25 per cento della superficie dell’italia). Contemporaneamente l’esperto del Fatto Alessandro Orsini, che pochi giorni prima assicurava che “a Kherson sarà un bagno di sangue, i russi non intendono abbandonare Kherson, vogliono fare un massacro”, spiega che a Kherson l’esercito russo era sovrastante e respingeva la controffensiva ammazzando “come mosche” gli ucraini, ma a un certo punto ha “ceduto la città” con una “operazione di alto livello organizzativo e logistico”. Si tratta di una narrazione talmente caricaturale che ormai non compare neppure nei talk-show della tv russa, dove i propagandisti putiniani sono di umore cupo per lo choc dalla perdita di Kherson e mettono in discussione i piani e la strategia del Cremlino sulla sua guerra. Finirà che per leggere qualche buona notizia sulla guerra, Putin dovrà chiedere una traduzione del Fatto all’ambasciata russa in Italia”. Manca nell’articolo il riferimento al suggestivo ex generale Fabio Mini, uno dei commentatori del Fatto più comprensivi delle ragioni di Vladimir Putin e critico del comportamento dell’Ucraina, prendendosela con la NATO, quando vaneggia appoggiando i russi con la “narrazione fornita dall’Ucraina, ma orchestrata e preparata dall’esterno” e dicendo in sostanza che gli aggrediti hanno tutti i torti. Roba da non credere!