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08 nov 2022

Invocando la neve

di Luciano Caveri

Pensavo l’altro giorno a come l’obbligo in Valle d’Aosta delle gomme da neve a partire dal 15 ottobre fino al 15 aprile sia purtroppo un segno del passato. Eppure, contro i catastrofismi e considerando fuori dalla norma inverni come quello scorso anno, nevicherà sempre sulle Alpi, ma non più molto alle quote inferiori per via delle temperature e del rischio pioggia e ci saranno stagioni più corte. Lo dico guardando al cielo e benedicendo le temperature basse finalmente giunte, che consentono di ”sparare” (verbo usato in positivo!) quella neve artificiale che permette di avere la base su cui si poggerà quella naturale, che ci auguriamo abbondante. Scriveva Mario Rigoni Stern: “La neve ti mette tanta malinconia. Io ricordo quando sono nella mia stanza o a casa mia e vedo nevicare, la prima neve d'autunno, è una valanga di ricordi che ti preme il cuore”. Certo per la mia generazione, che ha avuto il privilegio di vedere nevicate monstre, resterà sempre questa nostalgia (nel mio caso venata di allegria) per le "neiges d'antan", cui tanti di noi associano ricordi indelebili d'infanzia. Se penso che mettevo gli sci nei prati a fianco al castello di Verrès a 500 metri di altitudine… Ma bisogna smitizzare l’espressione, il cui significato esatto, nella celebre poesia di François Villon («Mais où sont les neiges d'antan?»), riguarda la nevicata di un solo anno prima a Bruxelles e non di chissà quando. Capisco che è deludente, ma è così.
Era esattamente l'inverno del 1511 e scrive di questo evento un professore universitario belga, Paul Verhuyck: "Cet hiver fut si sévère que les habitants bâtirent plus de cent poupées de neige par-ci par-là dans la ville; ce n'étaient pas tout à fait nos bonshommes de neige rudimentaires et enfantins, mais de véritables sculptures artistement ciselées dans la neige gelée". Uno spettacolo incredibile: con statue ispirate alla mitologia greca e latina, a personaggi biblici e popolareschi. Altro che i pupazzi di neve! Amo ricordare in queste occasioni le varietà delle bevi proprio nella classificazione francese. Eccole: Neige croûtée: Couche de neige dont la surface présente une croûte plus ou moins cassante due au regel, au vent, à la pluie... Neige fondante: neige composée de grains ronds regelés et qui commencent à fondre en surface ous l'action du soleil. Neige fraîche: neige récente encore composée de particules reconnaissables. Neige humide: neige contenant de l'eau sous forme liquide. Sa température est toujours de 0°C. Neige mouillée: neige très humidifiée (pourrie). Neige poudreuse: neige récente peu transformée caractérisée par une faible masse volumique et une cohésion faible (particules reconnaissables). Certaines neiges transformées (couches de faces planes) peuvent garder ou acquérir un aspect poudreux. Neige profonde: neige poudreuse d'épaisseur importante. Neige sèche: neige qui ne contient pas d'eau qainqinsous forme liquide. Neige soufflée: neige ayant subi une action du vent (transport ou érosion). Les zones d'érosion sont en général caractérisées par une surface irrégulière (neige dure, zastrugis, rides...). Neige trafollée: neige de surface déjà tracée par des skieurs. C'est un terme du langage familier. Neige transformée: neige (totalement) métamorphosée ayant subi un cycle de gel/dégel et composé de grains ronds. La couche superficielle présente une croûte très dure le matin qui fond durant la journée. (source: ANENA Guide Neige et Avalanches. Connaissances, pratiques, sécurité). Aspettiamola, dunque, questa neve, che assume livree così diverse.