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27 set 2022

La traversata del deserto

di Luciano Caveri

Prepariamoci alla traversata del deserto (espressione arrivata all’italiano dal francese “traversée du desert”). L’immagine è suggerita dal racconto biblico del lungo viaggio attraverso il deserto compiuto dagli Ebrei dopo l’esodo dall’Egitto verso la terra promessa e che sta a significare nel lessico politico una fase di transizione fra due momenti storici o politici. Chi mi conosce sa quanto io sia scettico sull’uso che è stato fatto attraverso la numerazione giornalistica della Repubblica italiana con la definizione di Prima, Seconda e persino Terza Repubblica, copiando i francesi che sono alla Quinta (V) Repubblica. In realtà quelli scandire Oltralpe ha significato perché ogni passaggio è avvenuto per modifiche costituzionali profonde, mentre nel caso italiano nulla di tutto questo è avvenuto. Tuttavia l’elezione di Giorgia Meloni, frutto contemporaneo di una destra estrema con tinte neofasciste incancellabile nel DNA della fiamma tricolore del simbolo, è davvero una discontinuità e il sistema parlamentare - già minato dall’uso dei decreti legge, delle fiduce a raffica, della riduzione stupida dei parlamentari - potrebbe mutare in profondità con un presidenzialismo agognato dalla futura Presidente del Consiglio, che non fa mistero di logiche patriottarde che sono agli antipodi del federalismo. Entrare su un terreno di riforme costituzionali, forse con l’uso già annunciato di una nuova Commissione Bicamerale, significa entrare per i valdostani in un deserto pieno di insidie. Infatti è evidente come mettere mano alla Carta fondamentale, avendo i numeri nelle Camere per far passare tutto in scioltezza, significa rischi seri per la nostra Autonomia speciale. Già in questi anni abbiamo avuto brutte sorprese dai Governi Conte e da quello Draghi, la cui visione centralistica non è mai venuta mano, malgrado verte alleanze in Valle d’Aosta. Ora escalation rischia di diventare incontenibile e l’attività ordinaria della nostra Regione può finire nel mirino sino ad arrivare ad attentare alle radici stesso delle nostre istituzioni democratiche. Non sono han Cassandra nel dire di queste mie preoccupazioni. Basta leggere il percorso politico della Meloni per capire che la sua impronta nazionalistica è nemica naturale di identità diverse qual è quella valdostana. E nel mirino ci siamo da tempo ed è inutile far finta di niente e fidarsi supinamente o aspettare gli eventi che verranno incrociando le dita. Sarà bene attrezzarsi politicamente, giuridicamente e direi persino moralmente. Quest’ultimo punto potrà sembrare esagerato, ma non lo è affatto. In tempi complessi e di sfide difficili si vedono i caratteri delle persone e quella delle comunità, che devono dimostrare quanto valgono lo scrittore uruguaiano Eduardo Galeano ha scritto: “Ogni persona brilla di luce propria in mezzo a tutte le altre. Non esistono due fuochi uguali. Ci sono fuochi grandi e fuochi piccoli e fuochi di tutti i colori. C’è gente di fuoco sereno, che non si cura del vento, e gente di fuoco pazzo, che riempie l’aria di faville. Certi fuochi, fuochi sciocchi, non fanno lume né bruciano. Ma altri ardono la vita con tanta passione che non si può guardarli senza strizzare gli occhi; e chi si avvicina va in fiamme”.