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12 ago 2022

Riavere un Club Med

di Luciano Caveri

La storia è interessante ma non originale: molte imprese di successo oggi multinazionali sono nate da un’idea apparentemente banale poi gonfiatasi nel tempo. Ci sono sempre dei precursori. Penso al Club Med, un tempo francesissima ( le la francofonia resiste abbastanza) e oggi a capitale cinese, la cui storia conosco personalmente nella parte che riguarda gli ultimi 40 anni, essendo stato per la prima volta in vacanza nel lontano 1982 con destinazione Turchia. Poi negli anni seguenti ho girato il mondo con loro e lo faccio ancora oggi, anche se molte cose nella mia stessa esperienza sono cambiate e per onestà non sempre in meglio. Cerco la storia e le radici sono qui: “Tout a commencé l’été 1950 à Alcúdia, petit hameau de pêcheurs des Baléares, où Gérard Blitz, un ex-champion de water-polo, eut l’idée de planter un village de tentes. Il développera, par la suite, le Club en association avec Gilbert Trigano, fabricant de tentes et de matériel de camping”. Poi l’espansione progressiva su tutti i Continenti e lo spostamento, oggi con tridenti al posto delle stelle dei nostri alberghi, prima dalle capanne ai bungalow e oggi in strutture alberghiere vere e proprie. Si pagava all’inizio con palline di plastica colorate secondo il valore, acquistabili per le consumazioni (ma non per pagare i celebri buffet), mentre oggi si è arrivati al microchip attaccati al polso. La joie de vivre e una logica internazionale sono sempre state stata la filosofia di mitici capivillaggio e dei GO, cioè gli animatori, che fanno di tutto, compresi gli immancabili spettacoli e l’animazione club per bambini e ragazzi. Quasi sempre per me è stata una bella esperienza prima da solo, poi con amici e fidanzate e infine in famiglia: una scarpa per ogni piede e lo è in parte ancora oggi. Purtroppo l’unico Club Med in territorio valdostano, quello di Cervinia, ormai obsoleto e poco pubblicizzato, ha chiuso nel 2020 dopo un lungo sodalizio. La struttura sarà Valtur, che per decenni ha fatto di Pila meta di vacanze soprattutto dei romani. Oggi il solo Med montano italiano è situato in Piemonte a Pragelato sulle ceneri delle Olimpiadi e aprirà anche a Sansicario nella medesima zona. Intanto è stato inaugurato da poco anche l’enorme Med di La Rosière (la cui costruzione è stata enormemente agevolata dalle amministrazioni locali), che sfrutta anche il versante di La Thuile attraverso la zona del Piccolo San Bernardo. Spero - e lo dico sapendo la nomea del Club per la montagna e non solo per il mare come in origine - che torni anche in Valle e sarebbe bello che proprio a Cervinia (mi hanno detto che qualcuno se ne sta occupando) tornasse il Med. Per altro negli anni a venire si scierà con certezza sempre più in alto e l’annata nera con chiusura del Plateau Rosa in epoca un tempo considerata impensabile penso che sarà un’eccezione e non una regola. Certo gli investimenti vallesani con i famosi nuovi impianti attuali e del recente passato sono frutto di calcoli mai avventati nelle mani elvetiche. Non bisogna come valdostani essere chiusi rispetto agli investimenti di grandi gruppi che, come più volte dimostrato, fanno da lepre a investimenti locali e familiari, che hanno un loro spazio prezioso. Pensiamo al ruolo di Planibel proprio a La Thuile, che ha mancato negli anni - ma nuovi investimenti rendono speranzosi - il necessario ammodernamento della struttura per un complicato sistema de proprietà e gestione. La presenza importante degli svedesi proprio a Cervinia fa storcere qualche naso, ma questo è il mercato che occupa legittimamente spazi e per fortuna la legislazione valdostana non consente logiche speculative e anzi gli aiuti nel settore alberghiero restano un caposaldo per stimolare per tutti i potenziali investitori quell’ossigeno economico che è il turismo. In passato me ne occupai in diversi ruoli e devo dire che restò convinto della straordinaria varietà di offerta in uno spazio geograficamente ridotto, in cui c’è spazio per diversi tipi di turismo complementari e non alternativi fra di loro.