La stagione dei bilanci e delle assemblee nella Partecipate regionali, siano esse dirette ("Finaosta", "In.Va.", "Casino de la Vallée") o indirette ("CVA", impianti a fune, "VdaStructure"), pone chi si occupa del settore di fronte al sistema complesso sviluppatosi negli ultimi quarant'anni, che permea la nostra economia attraverso il capitale pubblico della nostra Regione autonoma. Non è solo una questione di responsabilità, derivante dal famoso controllo analogo e dalla governance attraverso strumenti di programmazione nel quadro della legge Madia (normativa ormai da riformare!), concepita per riordinare e meglio governare il settore anche nel rispetto dei limiti di spesa pubblica. C'è di più e mi riferisco alla necessità, attraverso la scelta degli amministratori che se ne occupano, di capire sempre meglio le necessità di razionalizzazione di queste partecipazioni e del loro buon funzionamento nel delicato equilibrio fra l'autonomia delle società e la coerenza delle loro azioni rispetto al programma di governo, in più nella ripartizione dei poteri da rispettare fra Governo regionale e Consiglio Valle.
Proprio i quarant'anni della mamma di tutte le Partecipate, la "Finaosta", obbliga la politica a trarre un bilancio complessivo del passato per capire come agire in futuro. Avendo anche da analizzare una recente sentenza, la numero 153/2022 depositata in data 17 giugno 2022 sui compensi di "Finaosta". Sentenza favorevole alla Regione contro lo Stato, che a mio avviso contiene elementi significativi sul rapporto fra legislazione statale e poteri regionali sulle Partecipate, che consentirebbero - ma è il mio pensiero - maggiori spazi di libertà alla Valle d'Aosta grazie allo Statuto di Autonomia de alla competenza primaria anche in questa materia. Intanto in primo piano ci sono temi concreti. Il rilancio e il ripensamento del ruolo di "Finaosta", un lavoro attento di tutela del settore idroelettrico attorno al tema delle concessioni in scadenza e alla modernizzazione degli impianti, importanti operazioni con "VdaStructure" alla luce del rafforzamento dell'area Cogne grazie al nuovo socio taiwanese dell'azienda siderurgica. C'è poi la necessità di nuovi assetti del settore degli impianti a fune nel contemperamento dell'avvenire dei grandi comprensori e delle piccole stazioni, così come il settore della digitalizzazione con "In.Va." si dovrà allargare alle nuove sfide del settore, mentre prosegue il lavoro per la riduzione della presenza del pubblico in "Aosta Factor", per non dire del ruolo di "SIV" nel completamento del campus universitario e soprattutto del nuovo ospedale. Importante è anche il da farsi sulla Casa da gioco di Saint-Vincent a chiusura dell'attuale situazione alla fine del concordato in essere con l'ipotesi su cui lavorare di una possibile privatizzazione. Società di Servizi (società "in house") la cui mission è finalizzata a supportare l'Amministrazione regionale nello svolgimento di attività e di funzioni istituzionali attraverso, in particolare, la fornitura di servizi di interesse generale diretti alla promozione della coesione sociale. Dossier complessi da seguire - ciò spetta al Dipartimento Partecipate in cui rafforzare le risorse - in collaborazione con la sezione di Controllo della Corte dei Conti e nel rapporto periodico con gli strumenti di programmazione che sono annualmente analizzati in Consiglio regionale e bisognerà tenere conto anche dell'applicazione della rinnovata normativa in tema di partecipazioni regionali di recente approvata. E che oggi va misurata anche con la già citata sentenza della Corte Costituzionale, sapendo come ci voglia una coerenza complessiva fra i programmi di governo e il lavoro di prospettiva nel settore delle Partecipate regionali. Quel che è certo sta nella peculiarità dei soggetti di questo nostro settore con società che operano in campi così differenti tra loro, tanto che, a livello nazionale, è davvero triste che lo Stato sembri non rendersene conto, ma persista spesso un'evidente cecità.