Non è mai facile nella vita e nelle molte circostanze in cui incappiamo scegliere la cosa giusta. Cosa fare in certi momenti? Seguire la razionalità o l'istinto, farsi consigliare o assumere in toto la decisione, temporeggiare o fare subito? Ci possono soccorrere le buone letture, le nostre speranze, persino le ambizioni e, certo, le esperienze nostre e di altri che ci possono consigliare. Ma poi esiste una parte di imponderabile, cui si somma la fortuna o quel che si chiama "destino". Fa sempre pensare la favola di Esopo: "Uno scorpione doveva attraversare un fiume, ma non sapendo nuotare, chiese aiuto ad una rana che si trovava lì accanto. Così, con voce dolce e suadente, le disse: «Per favore, fammi salire sulla tua schiena e portami sull'altra sponda»" La rana gli rispose: «Fossi matta! Così appena siamo in acqua mi pungi e mi uccidi!»".
"«E per quale motivo dovrei farlo? - incalzò lo scorpione - Se ti pungessi, tu moriresti ed io, non sapendo nuotare, annegherei!». La rana stette un attimo a pensare, e convintasi della sensatezza dell'obiezione dello scorpione, lo caricò sul dorso e insieme entrarono in acqua. A metà tragitto la rana sentì un dolore intenso provenire dalla schiena, e capì di essere stata punta dallo scorpione. Mentre entrambi stavano per morire la rana chiese all'insano ospite il perché del folle gesto. «Perché sono uno scorpione… - rispose lui - è la mia natura!»". Già, la natura di ciascuno. Esiste davvero e più invecchi e più puoi raccontare episodi legati all'essenza costitutiva delle persone, perché l'hanno disvelata nel tempo e l'esperienza affina la capacità di percezione. Ogni volta tocca ragionare - e io per mia natura sono un fiducioso - sul rischio della puntura, prima di scegliere quando è necessario farlo, affidandosi a qualcuno. Questo può capitare nella vita quotidiana e quindi, per chi la fa, anche in Politica di fronte a scelte necessarie. Ormai ne ho viste di tutti i colori e trovo ancora oggi - dopo 35 anni che faccio politica - chi dice frasi del genere «Eh! Voi politici…» con intento offensivo e rispondo spesso, anche al fesso di turno, che la categoria è del tutto speculare alla società e dunque ci sono buoni e cattivi come dappertutto. In più questo campionario d'umanità in democrazia non viene calato dall'alto, ma è il frutto del voto dei cittadini e dunque in fondo riflette pregi e difetti di chi i politici li sceglie. Spesso chi l'ha fatto malamente se ne lamenta, dimenticandosi la sua stessa responsabilità. Lo stesso avviene per noi politici e per i gruppi organizzati in cui militiamo - partiti o movimenti, poco importa - quando scegliamo alleanze e strategie. Il passato ci serve per ricordare momenti buoni con scelte azzeccate e errori vissuti. Anche in questo caso la speranza è quella di non sbagliare e le favole, come quella di Esopo, servono come ammonimento, ma poi decidere bisogna decidere.