Nelle stesse ore sono mancate due persone che sono stati un passaggio della mia vita. Daniele Bernini nel suo albergo sul viale di Saint-Vincent aveva aperto una "radio libera", come si diceva negli anni Settanta, dando per inteso che la libertà derivava dalla rottura del monopolio "Rai" sull'etere. A quel microfono, ancora liceale, con una banda di coetanei, scoprii il fascino della radio e della diretta. Fu l'avvio della mia aspirazione di fare il giornalista radiotelevisivo e per questo sono grato a Daniele, simpatico giramondo, per quella svolta alla mia vita. La mia seconda esperienza professionale - e questa volta persino in regola con i contributi - fu dopo la Maturità nella frizzante e modaiola "Radio Reporter 93" di Torino. Il provino me lo fece Piero D'Amore, un pittore e artista che dirigeva la parte creativa e musicale della radio. Un ormone con la voce profonda e fascinosa, cui risultai simpatico e comincia a fare il giornalista davvero. La terza persona decisiva fu poi qualche anno dopo il caporedattore della "Rai" di Aosta, Mario Pogliotti, morto nel 2006, che spinse per la mia assunzione appena ventenne. Grande giornalista, musicista e autore mi diede fiducia è un lavoro che amavo. Capita, negli incroci della vita, di trovare chi ti aiuta e ti indirizza e io li ricordo con immutato affetto.