Anche i momenti peggiori, se non irreversibili, sono destinati a trasformarsi in ricordi. Così sarà anche per la pandemia e non saranno solo una memoria personale, ma una memoria collettiva. Cosa stiamo imparando ed anche subendo che resterà in qualche modo? Certo, la risposta è soggettiva e riguarda il vissuto di ciascuno di noi, sapendo quanto certe apprensioni pesino ancora ed abbiano colpito l'equilibrio mentale di molti. Il "dopo pandemia" avrà strascichi per anni e se sarà come un dopoguerra bisognerà sfruttarne l'onda positiva e pure fare tesoro di quanto avvenuto, specie di quanto non siamo stati in grado di pilotare. Penso all'economia gravemente colpita ed ai malesseri sociali susseguenti.
La prima cosa che mi viene in mente è quanto fosse noto, perché ancorato in profondità alla storia umana, il rischio di avere delle pandemie. Sin dal passato più profondo, come un percorso ad ostacoli, l'umanità nel suo percorso evolutivo ha subito batoste terribili a causa delle malattie contagiose. La scienza ha attenuato l'impatto con progressi straordinari in una lotta continua. Così è anche oggi con il virus e le sue varianti. Proprio le esperienze pregresse avrebbero dovuto consentirci di essere preparati ed in teoria Piani sanitari e di Protezione civile ci sarebbero dovuti essere, ma erano poca cosa e purtroppo l'emergenza ci ha travolti sia negli aspetti organizzativi che strutturali. Per fortuna la ricerca scientifica è stata applicata con rapidità e sono arrivati i vaccini, che attenuano l'impatto del virus e ora si stanno sempre più sviluppando anche le cure con i medicinali giusti. Purtroppo è emersa - e serve anche questo - quell'aspetto di irrazionalità - a tratti persino di follia collettiva - che ha reso tutto più difficile con una percentuale di popolazione contro le vaccinazioni e persino negazionista. Gruppi organizzati hanno avuto come collante fenomeni già noti come il cospirazionismo e - anche grazie al Web e la sua diffusione - si è giunti a fenomeni inquietanti di settarismo con frange che incitano alla ribellione e persino alla violenza. Che anche questo serva da ammonimento per il futuro. Deve anche servire per riflettere la reazione delle Autorità politiche. Anche le democrazie sono state poco salde nelle decisioni. Il caso italiano con lo stato di eccezione a colpi di Dpcm improvvisati e contraddittori verrà studiato per capire come evitare casi del genere. Ed ancora di recente decreti-legge scritti male - per incapacità e per mediazione fra posizioni diverse sul da farsi - hanno creato sconcerto a causa anche si un'informazione che al posto di aspettare le decisioni ha passato il tempo, creando confusione, ad inseguire voci ed a costruire scenari da "dietro le quinte" che hanno creato ansie inutili. Incongruenze ed errori anch'essi preziosi per chi si troverà un giorno di fronte a situazioni simili. Quel che è importante indagare è come certe urgenze indifferibili debbano limitare le nostre libertà in modo intelligente e sensato e come ciò debba sempre avvenire seguendo i canali delle decisioni democratiche. Mi piace pensare al domani anche se, con onestà, ci siamo ancora dentro ed i dati non confortano affatto. Ci vuole ancora in questa fase un senso civico rafforzato, anche se difficile a fronte di una stanchezza generalizzata e di un crescente senso di rifiuto di certi obblighi. Solo così se ne uscirà.