Eccomi giunto all'ultimo pensiero dell'anno e ne approfitto anzitutto per un saluto sincero a chi mi legge. Incontro spesso persone che mi seguono e mi fa piacere avere qualche apprezzamento per questo mio cimento quotidiano. Scrivo per chi è interessato costantemente o saltuariamente e lo faccio anche per me stesso. A me piace scrivere, o forse meglio ancora mi piace comunicare, e qui lo faccio in modo libero e spontaneo, inseguendo il filo dei miei pensieri sui temi più disparati. Ogni tanto la ciambella viene con il buco, altre volte magari la prestazione non è al top. Resta comunque un diario pubblico, talvolta intimo, che si accompagna ai brevi flash di "Twitter". Con questo: Buon Anno e passo al tema odierno. Credo che la situazione attuale dal punto di vista politica in Valle d'Aosta necessiti chiarezza.
Ritengo che sia legittimo per i cittadini pretenderlo dagli eletti e gli eletti devono ricordarsi dei propri doveri di trasparenza verso l'opinione pubblica. Già non c'è grande considerazione per i politici, se poi si lavora sotto traccia e in modo ambiguo l'antipolitica trasforma certi malvezzi in carburante prezioso. Giochi e giochetti, verità e falsità, ambizioni e frustrazioni fanno parte del bagaglio della Politica. Ma ci sono momenti in cui bisogna scegliere la linearità e non cincischiare, specie in un periodo in cui la pandemia rende tutto complicato e le incertezze aleggiano dappertutto. Ci vorrebbe, per capirci, un metodo ragionevole, direi di una semplicità... francescana. Mi viene in mente il "rasoio di Occam", che non è - scusate la battutaccia - uno strumento per tagliare la barba ma un principio scientifico ideato dal frate (francescano...) inglese Guglielmo di Occam (1288 - 1347), la cui filosofia è riassumibile in modo rozzo: «complicarsi la vita è inutile». Difatti stabilisce che se un certo evento presenta più spiegazioni è preferibile adottare la più semplice, ma in ogni caso valida, evitando inutili complicazioni. Il riferimento al rasoio è relativo all'azione di taglio di elementi non necessari. Una potatura del superfluo. Così dovrebbe essere quella parte decisionale della politica, privata di bizantinismi e orpelli, andando dritto al sodo. Quanto non sempre capita non solo nei programmi elettorali, fatti per surfare su diverse sensibilità e certe vaghezze sulle soluzioni dei problemi aiutano, ma questo vale anche quando alcuni politici vanno e vengono - e va bene il termine "ondivago" - per dare un colpo al cerchio e uno alla botte. Basterebbe avere il citato rasoio per togliere gli elementi di ambiguità e puntare ad una spoglia certezza. Ma, si sa, che anche in questo caso fa gioco restare in una terra di mezzo. Ricordate? "Io era tra color che son sospesi" (Dante Alighieri - Inferno, II, 52). Così Virgilio si rivolge così a Dante nella "Divina Commedia" per dirgli che lui, come pagano, non poteva andare in paradiso ed era perciò relegato nel limbo insieme a tutti quelli che non avevano ricevuto il battesimo: non avevano conosciuto il cristianesimo e quindi non erano né beati, né dannati, non potevano andare né in paradiso, né all'inferno. Quelli che restano sospesi in politica meritano l'inferno o l'obbligo di acquistare il "rasoio di Occam".