La Politica non si fa con gli esposti alla Magistratura, ma con iniziative politiche dentro e fuori dalle Istituzioni. Dovrebbe essere una regola capitale e invece c'è chi prosegue su questa strada della "carta da bollo" e se ne vanta, interpretando con furore giacobino una deriva populista in spregio alla logica di divisione e di equilibrio dei poteri, caposaldo della democrazia. Così è per le Cime Bianche, l'ipotesi allo studio di collegamento fra la Valtournenche (partendo sci ai piedi da Zermatt) e la Val d'Ayas (già collegata con Gressoney, a sua volta in linea con Alagna Valsesia). Ormai da anni comitati contrari all'opera si agitano e sfornano esposti, denunce e mobilitano parlamentari a Roma e a Bruxelles. Ora ce l'hanno, come se questa fosse la priorità di questi tempi con problemi economici e sociali del tutto preminenti, con lo studio in corso di cui si stanno occupando la società "Monterosaski" e la "Cervino SpA". Toccherà alla Regione, anzi al Consiglio Valle e al Governo regionale, esaminare alla fine gli esiti di questo serio approfondimento per stabilire la fattibilità del collegamento. Nulla nasce - come dicono invece i protestatari retroscenisti - con decisioni precostituite e soluzioni già assunte. Tutti sanno bene che bisogna aspettare questo approfondimento, che dovrà tenere nel giusto conto il fatto che una parte della montagna di cui si discute è classificata "Zona di protezione speciale - Zps" ai sensi di "Natura 2000". E invece certi ambientalisti d'assalto non vogliono aspettare e si occupano solo più di questa questione, diventata per loro una vera e propria ossessione. Fa sorridere che poi una certa Sinistra si inquieti del fatto che gli spazi politici in certi ambiti, che erano un tempo suo appannaggio, siano ormai ampiamente presidiati dalla Destra cosiddetta "sociale"...