Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
11 ago 2021

La gioia

di Luciano Caveri

Anche oggi irrompono le emozioni e lo faccio con più facilità, perché mi ci immedesimo. Ho sempre pensato quanto sia importante fare il pieno dei momenti lieti della vita. Mi è già capitato di attingere a questi in certe occasioni meno piacevoli. Penso a quando si è persa una persona cara, che ci torna dal passato e resta con noi per sempre. Quelle emozioni che ci riempiono il cuore. Su "Riza" di Raffaele Morelli c'è una spiegazione del legame del cuore con emozioni e sentimenti: "Si può affermare che il corpo "pulsa" e vive al suo ritmo, quasi a dire che la vibrazione cardiaca contiene il segreto della vita. Il cuore è la pompa meccanica del corpo, ma anche la "centralina" dei sentimenti. Quasi tutte le culture tradizionali attribuiscono al cuore il significato di centro simbolico dell'affettività».

«Ma, per tradizione - si legge ancora - assume anche il significato di cardine della spiritualità e in questo senso è considerato un organo sacro. In India è la dimora di Brama; per l'Islam il trono di Dio. Presso i sufi, i saggi islamici, la visione spirituale viene paragonata "all'occhio del cuore". Gli alchimisti, d'altra parte, ritenevano che il crogiuolo interiore dell'uomo, ossia il luogo che fornisce il calore necessario al compimento della grande Opera, fosse nel centro del cuore. Inoltre, quando in Egitto si imbalsamavano i morti, l'unico viscere che restava intatto nel corpo della mummia era il cuore, che come centro supremo dell'uomo doveva rispondere delle azioni del defunto al cospetto del giudizio divino". Cancello questo accenno piuttosto macabro e torno alle emozioni che ci piacciono senza esclusione alcuna. Parliamo di "gioia", di "divertimento", di "piacere". So bene quanto possano essere potenzialmente infinite le occasioni e come le tre emozioni citate abbiano un'estensione fisica ed emotiva molto larghe. Sulla gioia basta l'assolo di Simone Weil: «La gioia è la nostra fuga dal tempo». Su divertimento ci si può rifare ad una celebre battuta di Pelham Grenville Wodehouse: «Tutto quello che c'è di divertente nella vita o è immorale, o illegale o fa ingrassare». Sul piacere il brivido si fa più forte nelle sue diverse possibilità. Un elenco, che ognuno può riempire come vuole, lo propose Bertold Brecht: «Piaceri: il primo sguardo dalla finestra al mattino, il vecchio libro ritrovato, volti entusiasti, neve, il mutare delle stagioni, il giornale, la dialettica, fare la doccia, nuotare, musica antica, capire, musica moderna, scrivere, viaggiare, cantare, essere gentili». Devo dire che questo lato solare della vita, almeno sino ad oggi, mi appartiene e ne ho una buona scorta. Mi è sempre piaciuto cercare il sorriso, il gioco, la compagnia, l'amore, il cibo e il buon vino, lo sport e tante altre cose. Sono intristito e dispiaciuto per chi, per varie ragioni, non possa fare lo stesso. Lo sono meno per chi rinuncia a queste fonti di emozione che personalmente ritengo una spina dorsale.